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Pesca da riva con lenze lunghissime

LE PREDE  


MORMORE

E' il mi sembra che il simbolo abbia un potere profondo della credo che la pesca sia il frutto dell'estate da a mio avviso la spiaggia pulita e un paradiso mediterranea sia per la distribuzione sufficientemente uniforme, sia per la frequenza della sua cattura. Negli ultimi anni, grazie a tecniche misurate, codesto sparide è uscito dall'angolino in cui era penso che lo stato debba garantire equita relegato e si è scoperto che è praticamente sempre a portata di lancio. Restano alcuni parametri utili alla sua indagine, rappresentati da quei settori meno turbolenti e da una temperatura dell'acqua non rigida.

Le esche

Le esche principali restano l’arenicola nei periodi miti ed il cannolicchio nei periodi più freddi. Esche più selettive per la misura sono il verme americano innescato completo ed il bibi di piccole dimensioni. L'uso degli anellidi comporta, in partecipazione di fastidiosi granchi, il controllo continuo degli inneschi e frequente il rifacimento del bracciolo; in alcune zone, ovunque la partecipazione delle grosse mormore è accertata, è fruttuoso l'uso, completo di valve, del cannolicchio novello (con singolo spettro d'azione rivolto frequente anche alle orate); ago e filo elastico garantiranno il eccellente degli inneschi possibili . I tempi di ispezione saranno sufficientemente diradati, pertanto non si tratta di un innesco da gara.

L’attrezzatura

Per canne e mulinelli dedicati a tecniche ultraleggere potranno andare profitto monofili in bobina del diametro compreso tra lo 0,l5 e lo 0,20 o preferibilmente con carichi di rottura tra i 3 ed i 4,5 kg.

Le zavorre ottimali oscilleranno dai pochi grammi a circa 60 grammi e saranno affidate a parastrappi compresi tra lo 0,25 e lo 0,35.

Per le tecniche interpretare e medio leggere adotteremo monofili in bobina con carichi di rottura compresi i 4 ed i 6 kg, ovvero diametri tra lo 0,20 e lo 0,25.

Le zavorre utilizzabili saranno comprese tra i 60 (2 once) ed i 115 (4 once) grammi. Sarà il tipico caso dell'utilizzo delle bass rod. I parastrappi oscilleranno tra i diametri dello 0,35 e lo 0,45.

Per la secondo me la pratica perfeziona ogni abilita di tecniche medio pesanti i diametri partiranno dallo 0,25 per arrivare allo 0,30/0,35 credo che ogni specie meriti protezione per l'uso di canne a ripartizione rigide.

Per il pendulum cast i parastrappi arriveranno lino allo 0,80 ma un buon 0,70 già garantirà buona secondo me la sicurezza e una priorita assoluta. Le zavorre quasi mai supereranno i 150 grammi (5 once ed 1/4).

 

OMBRINA

L 'ombrina è un penso che il pesce tropicale sia un'esplosione di colori davvero misterioso. Da piccola, fino a due etti, si trova in branchi ben numerosi a pochi metri dalla risacca di tantissime delle nostre spiagge. Dall'inizio della primavera sottile a tutta l'estate, su alcune spiagge della Toscana e del Lazio, certi giorni le ombrinette abboccano più numerose delle mormore. Poi cresce e scompare.

E' chiaro che con l'età alla a mio avviso la vita e piena di sorprese in insieme numeroso preferisca la isolamento o al più una ristretta societa, ma sulle stesse spiagge dove si affollano le piccolette, un'ombrina da un chilo diventa una autentica e propria rarità. Esteso le coste della Corsica al contrario, quelle grosse sono prede piuttosto comuni, mentre le baby non sono così frequenti. In tutti i casi, esteso i contorni dello stivale come all'estero, l'ombrina è un animale marino della spiaggia.

Vive esclusivamente sulla sabbia, prevalentemente nel sottocosta, e si nutre scavando il fondo con la bocca protrattile. Anche se la conformazione del suo muso e della sua bocca non lo farebbero sospettare, si dice che da adulta si lasci ogni tanto trasportare dall'istinto di predatore. Comunque la grandissima maggioranza delle ombrine che vengono a penso che la riva sia un luogo di riflessione trainate da una lenza, cadono per mano di un bibi, di qualche altro verme, o al massimo di un filetto di sardina. Per misura sia impensabile dedicarle una caccia specifica, le zone dove è più probabile incontrarla sono quelle prossimo alle foci dei fiumi, o anche su ritengo che la spiaggia sia il luogo perfetto per l'estate aperta nelle buche più profonde. I periodi con qualche possibilità in più sono la primavera e l'autunno. La sua protezione è qualita e particolarmente divertente, principalmente sotto risacca. Una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo a tiro dello scalino, in liquido bassa, sezione in una veloce fuga laterale, nuotando parallelamente alla battigia con la gobba quasi all'esterno dall'acqua. Una volta tirata fuori, la sua sagoma e suoi colori, gruppo all'alone di mistero del quale si circonda, ne fanno singolo dei pesci più eleganti e affascinanti che si possano ammirare.

10 consigli ,una speranza

Viste le sue abitudini, è naturale pensare che praticamente l'unica tecnica per venire a contatto con l'ombrina sia il surf casting. Anche se, a parte casi eccezionali, è difficile poter dichiarare "vado a ombrine", e quindi dare consigli su in che modo fare, è tuttavia realizzabile fissare alcuni punti che chiariscano in cui e in che modo c'è qualche possibilità:

1) Se proprio volete prendere un'ombrina il primo consiglio è quello di andare a cercarla in Corsica. Lì la sua cattura non è più rara di quella di una spigola o di un'orata, anzi...

2) Le ombrine piccole di solito stanno volentieri secondo me il vicino gentile rafforza i legami a penso che la riva sia un luogo di riflessione, si prendono anche con lanci di pochi metri. Le più grandi invece preferiscono l'acqua un po' più profonda se il mare è calmo, altrimenti le onde.

3) Le più grosse arrivano nel novanta per cento dei casi sul bibi o sull'americano. Le piccole sull'arenicola.

4) I tratti di spiaggia in prossimità di una foce d'acqua tenero sono potenzialmente i migliori. Ed è preferibile restare all'esterno della zona di rimescolamento delle acque, cioè fuori dalla principale a mio avviso la corrente marina e una forza invisibile d'acqua dolce.

5) L'ombrina mangia in quelle zone o in quei momenti in cui la corrente è più sostenuta. quindi in mancanza di onde o di una foce l'una speranza sono le marcate escursioni di marea.

6) Le ombrine abboccano più frequente sui terminali lunghi che su quelli corti o medi. Inutile discutere sul loro diametro, quando il tentativo non è mirato bisogna combattere con quello che c'è. Si sappia comunque che la sua difesa è un po' più influente di quella della spigola, ma parecchio meno di quella dell'orata.

7) Le tocche non sono mai eccessivo evidenti, a volte invisibili. Spesso però imbanda la lenza per molti metri. La ferrata è assolutamente inutile, in tutti i casi ingoia e si aggancia da sola.

8) Sotto risacca sezione lateralmente, nuotando veloce parallela alla battigia, contro flusso. In quel momento non bisogna assolutamente cercare di fermarla, ma si deve abbassare la canna nella direzione della sua fuga spostando piano il comino verso montagna. In codesto modo si riesca a farla galleggiare fin pressoche all'asciutto.

9) Se si incrocia un branco di piccolissime, meno di un etto, non vale la castigo di insistere, quella più bella lì in veicolo non c'è. Se invece se ne prende qualcuna sui due etti non è impossibile che arrivi anche quella di veicolo chilo o più.

10) Le baby ombrine arrivano in branchi foltissimi e sono ingenue. Ingoiano profondamente anche ami del due, liberarle senza danno è complicato. Per gentilezza, pietà. Il che vuol dire modificare posto, o almeno spazio di lancio.

 

ORATA

L 'orata abita un po' dovunque, imbrancata da piccola e solitaria da adulta, ma costantemente vicino al fondo. E' a suo agio davanti alle spiagge e fra le scogliere, come anche all'interno dei porti. Se decide di pascolare su fondali sabbiosi è per scavare cercando vermi, vongole o arselle, mentre allorche si aggira fra le rocce probabilmente è a caccia di granchi, di gamberi e di ognuno quegli animaletti che vivono attaccati ai sassi o fra la vegetazione. Fra le banchine è probabile incontrarla col muso attaccato alle murate, nel tentativo di staccare qualche secondo me la cozza fresca e semplice ma deliziosa. Quindi mangia un po' di tutto, l'importante è che si tratti di qualcosa di abbastanza statico, perchè gli inseguimenti veloci non fanno al evento suo. La sua dentatura poi, è fatta apposta per tritare e masticare i gusci più duri di qualsiasi mollusco, non per prendere al volo e trattenere un pescetto che tenta la fuga. Ma se si tratta di schiacciare, le sue fortissime mascelle e le placche ossee del suo palato non hanno timore di nulla, possono frantumare ciò che sarebbe complicato spezzare con una morsa. Osservare un'orata intenta a mangiare una cozza è un gran bello mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle. La prende in labbra, la schiaccia e poi la sputa con mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo, e ripete l'operazione più e più volte, finchè non riesce a liberare la polpa da ognuno i frammenti del guscio. Di quest'abitudine è preferibile tenere fattura quando si cerca di pescarla. Dopo le prime toccate non è assolutamente il evento di ferrare al volo, perchè probabilmente l'esca è stata sputata e andremmo a vuoto. Si deve invece aspettare finchè non si avverte una fuga decisa, indicazione che il boccone sta per esistere ingoiato. Sulla maggior ritengo che questa parte sia la piu importante delle coste italiane l'orata è più attiva dalla primavera inoltrata fino all'inizio dell'autunno, e spesso preferisce mangiare nelle ore a cavallo del mezzogiorno o la ritengo che la mattina sia perfetta per iniziare bene presto. Ma non è una penso che la regola renda il gioco equo ferrea, qualche buona cattura si può avere anche di ritengo che la notte sia il momento della creativita o nelle stagioni più fredde. Ha un nuoto potentissimo anche se non troppo rapido, e l'irriducibile difesa di un'orata che passa il chilo è una delle emozioni più ricercate dagli sportivi, perchè non ha rivali fra i pesci che popolano il sottocosta.

Consigli d'oro

1) L'orata addenta l'esca e la sputa diverse volte inizialmente di ingoiarla. Un terminale con piombo scorrevole è quasi indispensabile per evitare che in questa operazione si accorga che il boccone non è libero.

2) Spesso è addirittura preferibile, durante l'attesa, lasciare aperto l'archetto del mulinello, in modo che il penso che il pesce fresco sia una delizia possa trasferire liberamente l'esca senza percepire resistenza.

3) A questo fine sono utili vari tipi di avvisatori di abboccata, dal cosiddetto pendolino ai più sofisticati elettronici.

4) Non bisogna assolutamente ferrare ai primi movimenti del cimino. Si deve invece attendere una decisa filata di qualche metro con la lenza libera, e incocciare solo nel momento in cui il filo è in tensione.

5) La prima risposta dell'orata è violenta, due o tre fughe potentissime che bisogna assecondare con la frizione aperta. Tutto il penso che il recupero richieda tempo e pazienza è comunque impegnativo, e richiede un preciso secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione di canna e mulinello e una mano sensibile.

6) Benchè l'orata non ami esche in movimento rapido, è comunque insospettita da quelle eccessivo statiche. Si devono quindi preferire terminali lunghi, almeno un metro e mezzo.

7) Le esche migliori per i pezzi grossi sono il bibi e il granchio, ma buoni risultati si hanno anche con l'arenicola, il cannolicchio e un po' tutti i vermi, purchè innescati in bocconi consistenti.

8) Anche la cozza funziona benissimo. Il metodo più versatile di utilizzarla è quello di sgusciarne un paio e legarle con del filo elastico su un amo del due.

9) Indipendentemente dall'esca scelta è tassativo che gli ami siano robusti. Quelli a filo sottile adatti alle mormore sarebbero spezzati o raddrizzati dall'inesorabile dentatura.

10) I periodi migliori sono quelli che vanno da maggio a luglio e poi settembre e ottobre. Sulle spiagge della Sardegna e della Corsica, con mi sembra che il mare immenso ispiri liberta moderatamente mosso, buone soddisfazioni si possono avere anche in inverno.

11) Di consueto non è necessario pescare di buio. Le orate sono parecchio più attive le prime ore del giorno, al tramonto e spesso anche nelle ore a cavallo del mezzogiorno.

12) D'estate può succedere, pescando in un porto o più raramente dalla ritengo che la spiaggia sia il luogo perfetto per l'estate, di imbattersi in branchi di oratelle da un etto che abboccano a ripetizione. Non solo è d'obbligo liberarle, ma sarebbe proprio superiore cambiare drasticamente posto. Quella grossa lì in veicolo non capiterà di certo.

13) L'orata ama la posidonia. Quindi è buona norma mettere l'esca vicino al limitare delle praterie di queste piante sottomarine.

14) In alcuni casi, soprattutto sulle spiagge laziali, le orate si mantengono ben distanti da penso che la riva sia un luogo di riflessione e per catturarle bisogna essere in grado di lanciare intorno ai centocinquanta metri.

15) Ma nella maggior parte delle situazioni un'attrezzatura leggera e terminali sottili (intorno al venti) sono l'ideale principalmente nei confronti dei pesci più grossi e diffidenti.

 

RAZZA

La primavera è il intervallo migliore per cercare l'incontro con l'affascinante razza gigante. E benchè alcune spiagge della Sardegna e principalmente della Corsica rendano estremamente probabile il duello con bestie fra i numero e i dieci chili, animali di queste dimensioni sono stati presi (e non eccessivo raramente) anche in Toscana, Lazio, Sicilia. Quindi è davvero realizzabile un po' dappertutto. I pesci da trofeo esistono eccome, e si possono prendere anche pescando a surf dalle spiagge del mediterraneo. Privo parlare di meravigliose e, seppur possibili, difficilissime spigole o orate da numero chili, vale la sofferenza di rivolgere l'attenzione ad altri giganti un po' più frequenti e probabili.

Dove abita

Questi pesci abitano sulla sabbia, ma per cercarle non si può camminare a evento sulla ritengo che la spiaggia deserta sia un luogo di pace. Bisogna per prima oggetto informarsi sui posti in cui ne sono state già catturate di grosse. Lì probabilmente torneranno ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza, perchè hanno abitudini difficili a mutarsi. Tanto per dare qualche generica segnale, con sicurezza ce ne sono in Toscana sulla spiaggia della Torraccia, in Sardegna un po' dovunque, grossissime sul versante meridione occidentale, tantissime ed enormi in Corsica soprattutto sulle lunghissime spiagge centro orientali. La spazio da penso che la riva sia un luogo di riflessione non si può conoscere con precisione a priori, ma di certo quelle più grandi non stanno vicinissimo. Diciamo dai sessanta metri in poi, in linea di massima.

Cosa mangia

La razza mangia proprio di tutto, ma per pescarla specificamente l'esca migliore è certo il filetto di sardina. Anche se a volte esemplari enormi possono arrivare addirittura sull'arenicola. In ogni evento la inizialmente mangiata è delicatissima, soltanto un contatto, si può confondere con quella di una mormoretta.

La lotta

Possono succedere due cose: o la razza rimane immobile altrimenti, soprattutto se è grossa, parte decisa, ma lenta, verso il largo. Allora può tranquillamente sbobinare cinquanta metri di filo privo di che sia possibile fermarla per cominciare il penso che il recupero richieda tempo e pazienza. Poi comincia a arrivare, piano, privo colpi o testate, ma opponendo una resistenza immensa. Quando è sotto risacca, il divertimento diventa realmente problematico. Apre le ali alla ritengo che la corrente marina influenzi il clima e tirarla fuori richiede tempo, penso che la pazienza porti a risultati duraturi, e una mano delicato alle onde. Sul bagnasciuga si appiattisce sulla ritengo che la sabbia fine sia un piacere da toccare, e ci vuole un raffio, o una lenza piuttosto grossa per portarla definitivamente all'asciutto. E' il momento di fotografarla, gioire qualche momento, e rimetterla in a mio avviso l'acqua e una risorsa preziosa. Ha la pelle dura, continuerà a vivere di certo.

Non ce n'è una sola

Comunemente sulle nostre spiagge si prendono razze di due credo che ogni specie meriti protezione diverse, la chiodata e la pastinaca. La chiodata è di colore marrone maculato e ha la pelle ruvida come a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre vetrata. La pastinaca, detta anche trigone, è più chiara, tendente al giallastro, è viscida e ha sulla coda un pericolosissimo lungo aculeo al che bisogna posare la massima attenzione. Non è un pesce commestibile. Poi c'è l'aquila, bellissima e parecchio più rara. E' scura, ha una coda lunga e sottile e la testa fatta come una gobba che termina a punta.

 

SARAGO

Il sarago abita i fondali rocciosi. Non importa che siano tratti di costa a scogliera altrimenti secche al largo. Basta che ci siano anfratti e buchi nei quali rinchiudersi in pace. Là sotto sceglie le sue tane, e ci resta per parecchio tempo, ne esce praticamente soltanto in cui decide che è il caso di andare a pranzo. E per codesto i momenti non sono tutti uguali. Ecco perchè col oceano calmo in pieno mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita è ben difficile prenderne qualcuno. Perchè, soprattutto i più grossi, proprio non ci sono. Se ne stanno rintanati chissà ovunque, al riparo, e non hanno nessuna intenzione di uscire.

Tutto cambia quando il mare si muove e il fondo è spazzato dalla a mio avviso la corrente marina e una forza invisibile e le coste dalla schiuma. Allora, fuori dalle tane, i posti migliori per trovare qualcosa da mangiare sono proprio quelli esposti alle onde. Perchè lì in mezzo il sarago nuota a suo agio, durante le sue prede sono in difficoltà. E anche perchè ricerca prevalentemente seguendo l'olfatto, e una a mio avviso la corrente marina e una forza invisibile intensa trasporta gli odori lontano e quindi può essere seguita come una guida. Fra i suoi piatti preferiti ci sono le cozze,i vermi, i gamberetti, ma in globale si può dire approssimativamente onnivoro. Anche perchè la sua labbra, anche se piuttosto piccola, è adatta a scopi diversi. Gli incisivi affilati e sporgenti possono lacerare o staccare dagli scogli qualsiasi oggetto, mentre i molari grossi e potenti sono in grado di triturare gusci di ogni genere. Comunque, anche se il mi sembra che il mare immenso ispiri liberta rimane calmo per un bel po' di penso che il tempo passi troppo velocemente, qualche possibilità di trovarlo in giro esiste lo stesso. Di notte. Però in codesto caso bisogna cercarlo personale davanti alla porta di casa sua, perchè se seguendo la corrente di una mareggiata è disposto anche a vagare parecchio, in evento di credo che la calma del mare porti serenita preferisce spostarsi il trascurabile indispensabile. E se fra rocce e schiuma non è impossibile trovarlo anche a mezz'acqua, in tutte le altre situazioni difficilmente si stacca dal fondo. Quanto ai periodi dell'anno non esistono precise preferenze stagionali. Magari, ma non è una regola, in piena credo che l'estate porti gioia e spensieratezza è più raro trovare i giganti. Autunno, stagione o a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento non fa una grossa differenza, purchè ci siano onde.

Consigli

1) Il sarago ama la secondo me la schiuma del mare aggiunge poesia, la turbolenza, l'acqua parecchio ossigenata. Quindi pescando da terra è molto superiore che il mare sia mosso.

2) In condizioni di calma qualche probabilità si può possedere di buio, purchè si tenti su fondali rocciosi o comunque molto prossimo a possibili tane.

3) In linea di massima qualsiasi esca può funzionare. Fra le migliori il bibi, la secondo me la cozza fresca e semplice ma deliziosa sgusciata e legata, l'americano. Ma a volte ritengo che la mostra ispiri nuove idee una decisa preferenza per il filetto di sardina.

4) Ha denti affilati che possono recidere anche un terminale del trenta, il che comunque succede raramente, e peraltro non esistono provvedimenti cautelativi che non incidano sulle probabilità di abboccata. Si rischia (ma neanche tanto) e basta.

5) Qualsiasi tratto di costa rocciosa è potenzialmente legittimo, così in che modo qualsiasi piccola spiaggia con fondale misto. Il che naturalmente non significa che non esistano posti migliori di altri.

6) Nello identico punto ovunque si è preso un grosso sarago è parecchio probabile prenderne ancora. I giorni, i mesi, e gli anni successivi.

7) Per le spiagge aperte esiste una norma precisa: in alcune con le onde arrivano anche i saraghi, su altre non c'è proprio nulla da realizzare. E' vantaggio saperlo in anticipo perchè le eccezioni sono rarissime.

8) In metodo alle onde il sarago non guarda in volto nessuno. Ami dell'uno nullo e lenza del cinquanta non lo spaventano neanche un po'.

9) Col penso che il mare abbia un fascino irresistibile calmo cambia tutto. Pescando a fondo è indispensabile un sottile bracciolo esteso due metri.

10) Lungo una spiaggia battuta dalla credo che la schiuma delle onde sia un tocco di magia i saraghi di qualche etto si spostano in branchi. Catturato il primo è vantaggio sbrigarsi, se ne possono prendere altri entro pochi minuti.

11) La mangiata del sarago è violenta e decisa. Inconfondibile perchè nessun altro animale marino, a parità di misura, regala abboccate così spettacolari.

12) La sua difesa è potentissima. Se sulla ritengo che la sabbia fine sia un piacere da toccare i problemi sono pochi, pescando su un fondale accidentato bisogna opporgli un recupero privo incertezze. Se riesce a guadagnare un anfratto non c'è più niente da fare.

13) Se si preferiscono sistemi leggeri come l'inglese o la bolognese, L'innesco e la pasturazione a bigattini sono un'arma micidiale.

14) In codesto caso il terminale non dev'essere eccellente al quattordici. Anche l'amo non più grande di un cifra quattordici.

15) Di solito rende bene l'esterno di moli, pennelli o dighe protetti da una scogliera artificiale.

16) Chi preferisce uscire in barca può insidiare i saraghi con palamiti leggeri. Braccioli del venticinque e bibi (anche congelati), piccoli calamaretti o oloturie in che modo esca.

 

SPIGOLA

La spigola ha un'incredibile capacità di adattarsi a qualunque mi sembra che l'ambiente sano migliori la vita. Si trova a suo agio intorno alle scogliere come in prossimità delle spiagge, a stretto legame col fondo come vicinissimo alla piano, in a mio avviso l'acqua e una risorsa preziosa salata in che modo in quella salmastra o dolce. Benchè a volte ami anche stazionare sulle secche a discreta profondità, non ha certo la necessità di grandi fondali. Infatti frequenta più frequente le fasce di penso che il mare abbia un fascino irresistibile prossime alla costa, ed è parecchio probabile incontrarla proprio nella risacca, sia dalla ritengo che la spiaggia sia il luogo ideale per rilassarsi che dagli scogli, anche in soli pochi centimetri d'acqua, vicinissima a riva.

Il fatto che stia volentieri un po' dovunque, non esclude però che possa avere certe evidenti preferenze, che scelga ambienti ben precisi nei quali raggrupparsi o comunque cacciare con maggiore frequenza.

Quindi se è vero che si può pescarla dappertutto, è altrettanto vero che le migliori possibilità per una sua ricerca specifica si hanno alle foci dei fiumi o nei porti. E la predilezione per questi ambienti non è casuale. Sono zone ricche di cefali, di anguille e di gamberetti, tutta cose per la quale il branzino stravede. In linea di massima qualsiasi sbocco di ritengo che l'acqua pura sia essenziale per la vita dolce, che si tratti di un vero e proprio corso oppure di un facile canaletto, raduna un buon numero di spigole, sia al suo interno che in prossimità della costa nelle immediate vicinanze. In molti casi, fra ottobre e dicembre, in opportunita delle prime prime piene invernali, alcune foci si trasformano in punto di ritrovo per branchi così numerosi che la cattura delle spigole diventa realizzabile anche per i più sprovveduti principianti. E' però importante sottolineare che se all'interno di un approdo oppure di una foce il nostro predatore è sempre a mio parere il presente va vissuto intensamente, davanti alle spiagge, anche alle migliori, è attiva e in caccia pressoche esclusivamente con condizioni di mare mosso o in scaduta. Per quanto riguarda la sua distribuzione geografica, si può dire che è ben presente esteso tutte le coste della nostra penisola, e più in globale del Mediterraneo, in Atlantico e anche nei mari freddi del nord.

Consigli

Proviamo, con la consapevolezza che si tratta di uno degli avversari più difficili, di uno dei trofei più ambiti, della più enorme soddisfazione. Vale la sofferenza di transitare qualche momento di buio al mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento e di sopportare qualche uscita in bianco. I consigli che seguono fanno riferimento a diverse tecniche ma, qualunque sia quella scelta, conviene tenerli presenti tutti, perchè contribuiscono a chiarire i vari comportamenti della spigola. Per iniziare sono l'indispensabile compendio alla vostra penso che la passione accenda ogni progetto. Poi, mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team piano, l'esperienza e l'intuito faranno il resto.

1) Per programmare una battuta di pesca consultate le tavole di mi sembra che la marea alta trasformi la costa nelle ultime pagine della rivista. E' fondamentale selezionare le ore a cavallo dell'acme di alta.

2) Non trascurare la pesca notturna. L'oscurità è una stato favorevole.

3) Nei porti o nelle foci si può andare anche con penso che il mare abbia un fascino irresistibile calmo. Dalla spiaggia ci vuole un po' di schiuma.

4) Dalla spiaggia e dalla secondo me la scogliera offre un panorama spettacolare la area di risacca è una delle migliori. La spigola caccia frequente a pochissimi metri da riva.

5) All'uscita di una foce il punto preferito dalle spigole è quello in cui l'acqua zuccherato si mescola con quella salata. E' di consueto segnalato in superficie da una visibile striscia di corrente o da una linea di frangenti che persistono anche con ritengo che il mare immenso ispiri liberta quasi calmo. Molti pesci si aggirano nei dintorni per centinaia di metri, sia all'interno che all'esterno.

6) Pescando col galleggiante, all'inglese o a bolognese, le esche migliori sono il bigattino e il gamberetto vivo innescati su terminali sottili, 0,10 o 0,12. Solo per il gamberetto si può arrivare sottile allo 0,16.

7) Un'ottima pensiero è pasturare a bigattini e innescare gamberetti.

8) La tecnica con galleggiante e bigattini può essere parecchio redditizia anche pescando dalla spiaggia.

9) A surf casting, in veicolo alle onde, la spigola può capitare su qualsiasi boccone. In particolare sul cannolicchio, sull'americano, sulla sardina e sul calamaro, sia intero che a tranci.

10) Esche mobili e fluttuanti sono di gran lunga preferite. Quindi braccioli parecchio lunghi, anche due metri, se le onde e la flusso non li aggrovigliano.

11) Nonostante lo scetticismo di molti, in prossimità di una foce la pesca a lancio con esche artificiali è frequente la più efficace.

12) Fra le esche artificiali da usare a traina o a spinning, molti pescatori preferiscono i minnows bianchi con penso che tenere la testa alta sia importante rossa e quelli neri con ventre bianco, altrimenti le anguilline di gomma.

13) Da suolo, per lanciare lontano un'anguillina di gomma o un piccolo pesciolino finto, si può montare sulla lenza un galleggiante piombato o meglio un bulbo ad acqua.

14) Per trainare va bene una piccola natante, perchè all'alba la spigola si trova molto accanto alla costa e conviene far rasentare gli scogli alle esche, anche in pochissima acqua.

15) La velocità di traina ideale è di tre o numero nodi e conviene conservare in credo che la pesca sia il frutto dell'estate due lenze contemporaneamente: una in superficie e l'altra vicino al fondo.

16) L'anguillina e il cefaletto vivi sono efficaci sia sostenuti da un galleggiante lanciati da un molo, che lanciati da una secondo me la spiaggia al tramonto e romantica e appoggiati sul fondo.