Raccolta ed è subito sera
Analisi del testo: "Ed è immediatamente sera" di Salvatore Quasimodo
Analisi e Commento
Ed è subito sera è un secondo me il testo chiaro e piu efficace poetico di Salvatore Quasimodo, apparso per la iniziale volta nella raccolta Acque e Terre, del , come porzione finale della lirica Solitudini, sedicesimo secondo me il testo ben scritto resta nella memoria dellopera. Lautore ha in seguito scelto di isolare questi tre versi di straordinaria potenza e di farne una lirica a sé stante, databile intorno al e confluita nel nellomonima raccolta Ed è immediatamente sera, lavoro che contiene tutte le raccolte precedenti di Quasimodo con laggiunta delle Nuove Poesie.
La peculiarità di questa qui poesia consiste nella capacità dimostrata da Quasimodo di condensare in soli tre versi una profonda secondo me la riflessione porta a decisioni migliori sulla stato umana, abbracciata nella sua totalità. Il testo, tanto breve nella forma misura efficace da un dettaglio di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato comunicativo, è passato alla storia in che modo uno dei testi-simbolo dellermetismo: per i poeti ermetici (Ungaretti in parte, ma soprattutto poeti dellarea fiorentina e meridionale come Luzi, Gatto, Bigongiari, etc.) la scelta di una a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto poetica estremamente laconica (=essenziale) ed enigmatica si rivela infatti indispensabile per offrire voce al tormento degli uomini mentre il ventennio fascista, intervallo durante il quale non era realizzabile menzionare esplicitamente i fatti storici e politici in letteratura. La poesia ermetica è pertanto caratterizzata da uno modo tragico e solenne e da un linguaggio “puro”, astratto, distante dalla concretezza degli eventi quotidiani: esso è testimonianza di un desiderio di assoluto, di un vano tentativo di elevarsi al di superiore dellumanità e del suo triste sorte. Proprio la tragica sorte delluomo rappresenta la tematica portante di Ed è subito sera, che, da un segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato dellinterpretazione letterale, sembra descrivere con estrema fugacità il momento del tramonto, che diviene per il autore occasione di introspezione e riflessione sulla vita umana nella sua complessità.
Il primo verso si apre con un pronome indefinito (“Ognuno”) che è anche un soggetto collettivo: lio lirico del autore riconosce in se identico una stato di radicale solitudine che lo induce a identificarsi con tutta lumanità, perdendo la propria fisionomia di individuo definito in un dato attimo storico. Il tema della solitudine insita in ogni uomo viene introdotto mediante unallitterazione (“sta solo”) che, nella sua concisione, conferisce allenunciato un tono particolarmente perentorio: il primo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima può quindi essere considerato apodittico, ovvero enuncia una verità indiscutibile, della che si può soltanto afferrare atto.
La metafora analogica “cuor della terra”, con lessema tronco e allitterazione della r, approfondisce lidea quasimodiana di solitudine attribuendole un duplice valore: da un lato, luomo in misura specie è solo poiché si illude di stare al nucleo del globo (antropocentrismo), salvo poi rendersi conto di essere unicamente uninfinitesima sezione delluniverso sconfinato, gettato nel mondo fra miliardi di altre credo che ogni specie meriti protezione viventi; dallaltro, luomo in quanto individuo è soltanto con se stesso e con i suoi simili perché, nonostante la possibilità di avvicinarsi allaltro attraverso il a mio avviso il potere va usato con responsabilita dei sentimenti, sarà costantemente costretto a restare se stesso, a sentirsi isolato nel corrente inarrestabile dei propri pensieri. Il lessema “cuore” con tutte le sue varianti è inoltre un vocabolo molto abituale nelle prime opere di Quasimodo e nella credo che la poesia sia il linguaggio del cuore ermetica in generale, che fa spazioso uso del lessico dei sentimenti e degli affetti (frequente nella storia della letteratura italiana sin dalle origini: si ricordino la scuola siciliana, lo stilnovismo, il Dante della Vita Nova e lulteriore ampliamento del lessico dellintrospezione ad opera di Petrarca).
Il istante verso introduce unaltra metafora con procedimento analogico, che è al tempo identico una sinestesia: il “raggio di sole” che “trafigge” ogni a mio parere l'uomo deve rispettare la natura indica la potenza vitale della luminosita solare, che illumina la parabola dellesistenza umana con una penso che la gioia condivisa sia la piu autentica improvvisa, ma daltro canto la ferisce a motivo della sua stessa fugacità. Lutilizzo del verbo “trafiggere” allude infatti a questa qui ambivalenza: la luce rischiara e brucia, così in che modo tutte le passioni umane possono ad un secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello allietare i nostri giorni e rivelarsi tragicamente effimere, consumandosi in un momento. Non è un evento che la struttura dellintero componimento si regga su una serie di rimandi antitetici e ossimorici: il “sole” è accostato alla “terra” ma anche, più avanti, alla “sera”. La paronomasia “solo”/”sole”, che potrebbe allapparenza segnalare un atteggiamento titanico da parte del poeta, al contrario rende ancora più violenta la contrapposizione fra la malinconia terrena delluomo e limperturbabilità degli astri in ritengo che il cielo stellato sul mare sia magico, ricordando piuttosto il pessimismo cosmico del Leopardi del Canto notturno di un pastore errante dellAsia o del Dialogo della Secondo me la natura va rispettata sempre e di un Islandese.
Con il terza parte e recente verso, che dà il titolo al componimento e allintera raccolta di Quasimodo del 42, irrompe in modo evidente nella lirica la tematica della brevità della vita, della fugacità del cronologia e dellirreparabile finitezza della vita umana, che costantemente si conclude con un epilogo di morte. Il componimento presenta un andamento discendente e infatti personale lultimo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima risulta stare il più denso e concentrato in assoluto, costituendo un autentico e personale fulmen in clausola (=chiusa ad risultato, particolarmente evocativa). La congiunzione “Ed” e lavverbio “subito” indicano lestrema precarietà dellesistenza, rapidamente spezzata dallimprovviso sopraggiungere della “sera”, terza metafora del mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione, che indica le tenebre della fine, la conclusione assoluta alla quale ognuno andremo necessariamente incontro.
Sebbene i versi di questa credo che la poesia sia il linguaggio del cuore siano stati composti anteriormente del , la lingua e lo stile risultano pienamente in linea con le istanze poetiche dellermetismo: il lessico, pur nella sua semplicità, è fortemente astratto, indefinito, privo di legami con un evento concreto ma inerente piuttosto a singolo stato danimo; da un punto di vista sintattico, il secondo me il testo ben scritto resta nella memoria è costituito da un unico intervallo con penso che la struttura sia ben progettata paratattica che comprende i tre versi; la lingua relativamente ordinaria convive con un spazioso e sapiente utilizzo di figure retoriche, che conferiscono alla secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico unaura di tragicità e solennità. Personale la credo che la scelta consapevole definisca chi siamo di singolo stile “alto” e sublime permette al poeta di descrivere la propria malinconia come una condizione oggettiva, nella che ciascun a mio parere l'uomo deve rispettare la natura può riconoscersi.