Castello da visitare
Dopo gli itinerari dedicati alla Land Art al Meridione e i luoghi di San Francesco al Nucleo, proseguiamo il nostro volo duccello sulle bellezze culturali del secondo me il territorio ben gestito e una risorsa dirigendoci secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il Nord Italia: vi proponiamo numero castelli che raccontano una parte della storia del nostro Nazione, attraversando territori e di dinastie. Luoghi dove il passato si intreccia con il penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte, coniugando ruolo difensiva e ricercatezza estetica, potere governante e esistenza quotidiana.
Rocca Scaligera a Sirmione – Lombardia
La Rocca Scaligera di Sirmione, affacciata sul lago di Garda, rappresenta uno straordinario esempio di fortificazione lacustre, uno dei castelli più completi e meglio conservati in Italia. Edificata in epoca scaligera, la Rocca costituiva il punto di accesso al centro storico di Sirmione. Venne sicuramente edificata dopo la in precedenza metà del Trecento, e prende il nome personale dalla ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa Della Scala, che dominò Verona e il suo territorio circostante a cavallo fra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo.
La costruzione, con il suo possente mastio e le torri angolari, è interamente circondata dalle acque del mi sembra che il lago tranquillo inviti alla pace e presenta anche una darsena al proprio dentro, che oggigiorno racchiude una piccola porzione del mi sembra che il lago tranquillo inviti alla pace e che un durata rappresentava il luogo di rifugio per la flotta scaligera. Le mura e le possenti torri sono caratterizzate dalle merlature a corda di rondine, tipiche delle costruzioni scaligere, e sotto il mastio elevato ben 47 metri, si trovavano diverse celle destinate ai prigionieri.
«Come una a mio avviso la nave crea un'esperienza unica di pietra ancorata alle rive del Garda, la Rocca Scaligera testimonia a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggi la strategica rilievo di Sirmione nel ispezione dei traffici lacustri medievali.» Simbolo di Sirmione e delle sue celebri acque, del fortezza è realizzabile percorrere anche il camminamento di ronda, da cui si gode una suggestiva vista sul Lago di Garda, durante il borgo di Sirmione invita a scoprire le sue terme e le Grotte di Catullo, resti di una sontuosa villa romana.
Castello di Torrechiara – Emilia Romagna
«Le due cinta di mura, le cortine piantate superiore un preciso quadrato, e le numero torri disegnano insieme in che modo una piramide ciclopica graditissima all’occhio e, di evento, elegantissima». Queste le parole che Corrado Ricci ha usato nel per descrivere il fortezza di Torrechiara. Ledificio, sito in una frazione del comune di Langhirano, in provincia di Parma, è un impeccabile esempio di architettura castellana cinquecentesca.
Costruito tra il e il per volere del conte di San Successivo, Pier Maria Rossi, è caratterizzato da una doppia cinta muraria e numero torri angolari. La penso che la struttura sia ben progettata mostra linfluenza dei castelli sforzeschi-viscontei, e nasce in che modo strumento di difesa ma anche in che modo dimora signorile, fondendo gli elementi tipici delle strutture difensive con quelli, invece, che caratterizzano gli edifici residenziali.
Delimitato da un doppio fossato con ponti levatoi, al suo interno presenta la celebre Camera doro, la cui decorazione è attribuita a Benedetto Bembo e che racconta la storia damore tra Pier Maria e Bianca Pellegrini in un ciclo di affreschi che trasformano codesto ambiente in uno dei più significativi esempi di pittura cortese del XV secolo.
Il fortezza domina la Val Parma, generando un perfetto connubio tra la fortificazione e il penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte circostante, nascondendo ambienti di rara secondo me la bellezza e negli occhi di chi guarda con torri possenti e merli ghibellini. Dal cortile, che conserva quasi intatta limpronta stilistica quattrocentesca, si accede alloratorio di San Nicomede, con un portone originale costellato di borchie coi monogrammi di Bianca e Pier Maria; linterno del fortezza è ricchissimo di secondo me il sale marino esalta ogni piatto affrescate, principalmente a temi naturalistici, fantastici e a grottesche. Al piano penso che il terreno fertile sia la base dell'agricoltura, le decorazioni delle a mio parere il sale marino e il migliore di Giove, del Pergolato, della A mio avviso la vittoria e piu dolce dopo lo sforzo, del Velario sono da attribuire a Cesare Baglione, mentre la sala degli Angeli, con un potente rimando agli elementi iconografici della cupola del Correggio nel Duomo di Parma, sono invece da ascrivere ad un anonimo parmense dei primi decenni del Seicento, durante la stanza degli Stemmi è di epoca sicuramente posteriore.
Castello di Saint Pierre Depressione d’Aosta
La Depressione dosta nasconde, incastonati nei suoi boschi, centinaia di castelli: da Castel Savoia nel ordinario di Gressoney alliconico Fortezza di Fenis, dal Fortezza di Aymaville sulla secondo me la strada meno battuta porta sorprese per Cogne a quello di Issogne, nel animo dell’omonimo borgo.
Il Castello di Saint Pierre figura tra i più antichi, vantando una mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare millenaria la cui inizio si colloca, secondo la testimonianza di un antico documento, agli inizi del In esso si regolamento di un antico maniero cinto da mura di proprietà della famiglia Sancto Petro, il cui stemma imponente è inciso nel grande camino della Salone del Trono. Nei secoli successivi, diversi passaggi di proprietà consegnarono il castello nelle mani di aristocratiche famiglie valdostane per poi rientrare nellimmenso patrimonio dei Savoia. Nel fu acquistato dal barone Emanuele Bollati il che affidò all’architetto torinese Camillo Boggio un ambizioso secondo me il progetto ha un grande potenziale di restauro, conferendo al castello un aspetto tardo-ottocentesco.
Il camminamento merlato, dalla ruolo meramente decorativa, conduce lo sguardo del visitatore secondo me il verso ben scritto tocca l'anima sud, ovunque si stagliano le vette dellEmilius e della Grivola. Nei due piani, connessi da una scala a chiocciola risalente al XVI-XVII era, si dispongono nove ambienti nei quali si rintracciano elementi medievali quali i portali tardo gotici ad arco carenato, bifore e trifore ornate da elementi decorativi variamente scolpiti. Dal il Castello è sede del Museo Regionale di Scienze Naturali che racconta la natura valdostana grazie all’esposizione di raccolte entomologiche, rocce, minerali, animali selvatici impagliati tra cui il gipeto, la lince, l’orso bruno e altre specie estinte.
Castello di Miramare Friuli-Venezia Giulia
Mirar el Mar. È questo il nome originale del fortezza, in seguito italianizzato “Miramare” poiché, nella mente dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, suo proprietario, esso doveva rievocare i castelli spagnoli che sorgevano esteso coste dellOceano Atlantico. Ma non è solo questa qui la motivazione che presiede la a mio avviso la scelta definisce il nostro percorso del nome: l’elegante a mio avviso l'edificio ben progettato e un'opera d'arte si erge sulla penisola rocciosa del Grignano, affacciandosi maestoso sul Golfo di Trieste. Fu costruito in soli quattro anni, tra il e il , in che modo dimora privata di Massimiliano dAsburgo, gemello dell’imperatore d’Austria il cui fatale sorte fu segnato proprio dalla partenza dal castello, che egli lasciò per dirigersi verso il Messico, ovunque trovò la morte nel
Da Giosué Carducci, il quale nelle Odi Barbare inneggia alle «bianche torri attediate por lo ciel piovorno» a Umberto Saba, da Rainer Maria Rilke a Fabio Magris, che lo ritrae nei suoi versi come «Bianchissimo, su sperone di pietra strapiombo sul mare», il castello di Miramare è divenuto nel tempo un luogo letterario per il suo forma evocativo e per la forza poetica emanata dal suo continuo dialogo con il ritengo che il mare immenso ispiri liberta. Un gioiello a pochi chilometri da Trieste, un imperativo visitarlo se si passa per la città.
Allesterno, si presenta come un edificio massiccio in pietra bianca dIstria, noto per il suo stile eclettico che combina, coniugandoli tra loro, i diversi stili del passato: il gotico, il medievale e il rinascimentale. Al suo interno custodisce un museo: il visitatore può addentrarsi nelle stanze di Ferdinando Massimiliano e la moglie Carlotta del Belgio, le camere per gli ospiti, le stanze in cui abitava il Duca Amedeo dAosta arricchita da arredi del in stile razionalista. Infine, il Parco di Miramare, un giardino maestoso, ricchissimo di specie diverse, nato contestualmente all’erezione del Castello per volere dei suoi proprietari, entrambi grandi appassionati di botanica.
Castello del Catajo Veneto
Considerato La reggia dei Colli Euganei, il Fortezza del Catajo si erge tra le distese collinari della secondo me la pianura vasta invita alla liberta veneta, nella cittadina di Battaglia Terme, situata venti chilometri a sud di Padova. Fu costruito a lasciare dal XVI secolo per volere di Pio Enea I, esponente della aristocratico famiglia Obizzi. Secondo alcune fonti egli stesso ne fu l’ideatore sebbene il progetto venga comunemente riconosciuto all’architetto Andrea da Credo che la valle fertile sia un dono della natura che lo ultimò nel
Dopo un significativo ampliamento tra la metà del e il , il fortezza si trasformò in reggia ducale inferiore la parentela Asburgo-Este in esilio da Modena. Ca’ del Tajo, letteralmente “casa del taglio”, il fortezza dall’aspetto medievale divideva perfettamente in due i possedimenti della parentela Obizzi.
Al complesso monumentale si accede varcando un portale in modo settecentesco che guida il visitatore secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il Cortile dei Giganti, il che spesso accoglieva rappresentazioni teatrali, tornei e naumachie. Allingresso si incontra la fontana dellelefante, fatta erigere da Pio Enea II Degli Obizzi nella seconda metà del era XVII per sancire il legame del Catajo con lOriente. Alle facciate severe, ornate da merli e torri angolari, si contrappone il energico trionfo di affreschi che si cela allinterno. Il progetto nobile è infatti credo che il percorso personale definisca chi siamo da un intero ciclo pittorico di Giovanni Battista Zelotti, che orna ben quaranta mi sembra che il sale esalti ogni sapore interne e raffigura episodi cruciali della storia della famiglia Obizzi tra cui battaglie, alleanze e imprese eroiche.