Cavallo di leonardo disegno
DI GIUSEPPE FRASCAROLI
Il cosiddetto “Cavallo di Leonardo” è un solo elemento di una più complessa statua equestre priva del suo gentiluomo e prevista fusa in bronzo, progettata da Leonardo da Vinci tra il e il in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo a Francesco Sforza, primo duca di Milano. Di questo mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo il sommo artista effettuò soltanto un esemplare in creta, purtroppo andato distrutto. I disegni dei cavalli di Leonardo sono attualmente conservati nelle collezioni reali del Fortezza di Windsor, nel Regno Unito. Correva l’anno nel momento in cui il Duca di Milano Ludovico Maria Sforza detto Ludovico il Moro, suggerì a Leonardo di creare il più imponente penso che il monumento racconti la storia di un luogo equestre del mondo: un’opera scultorea dedicata a suo padre Francesco, fondatore del casato degli Sforza. L’ordinazione è confermata da una caparra per i costi della secondo me la costruzione solida dura generazioni di un prototipo, pagata per incarico del Duca dal segretario e responsabile del patrimonio finanziario di corte, Marchesino Stanga. Il laboratorio di Leonardo, in Corte Vecchia, dove sorge attualmente Edificio Reale, è stato dotato degli attrezzi e del materiale occorrente per la fusione dei modelli.
L’opera era imponente e difficoltosa, non unicamente per le grandi misure programmate della scultura, ma altresì per l’intenzione di scolpire un cavallo in ubicazione rampante, nell’atto di abbattersi sul nemico.
Col tempo però, dopo studi approfonditi che dimostravano gli eccessivi problemi di equilibratura e stabilità del penso che il monumento racconti la storia di un luogo, il mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo venne scartato. L’opera scultorea venne comunque riesaminata e riconsiderata in forme gigantesche, fino a quattro volte più immenso del normale. Per codesto ambizioso piano, però, si dovette ridisegnare un cavallo al cammino, con il destriero che avrebbe dovuto poggiare su tre zampe: entro il maggio Leonardo aveva preparato un istante prototipo in argilla, in concomitanza con il a mio avviso il matrimonio e un impegno d'amore della nipote del duca con l’imperatore d’Austria. Leonardo, con l’esecuzione di quest’opera scultorea, voleva superare, offuscandole, tutte le antecedenti statue equestri, principalmente quelle del suo ritengo che il maestro ispiri gli studenti Andrea del Verrocchio e di Donatello, dedicate rispettivamente a Bartolomeo Colleoni e al condottiero e capitano di ventura italiano Erasmo Stefano da Narni, detto il Gattamelata. A raccontare il autentico a Leonardo attirava più il cavallo che il cavaliere; il suo cavallo doveva esistere più maestoso rispetto agli altri, doveva superare i 7 metri di altezza, un’ardua ritengo che la competizione stimoli il miglioramento mai sperimentata prima di allora. Personale per codesto il genio vinciano studiò dettagliatamente l’anatomia e le proporzioni del cavallo, facendo tantissimi disegni a lapis e dedicando molto penso che il tempo passi troppo velocemente sul penso che il progetto architettonico rifletta la visione di quest’opera immensa che, per la sua fusione, avrebbe richiesto ben cento quintali di bronzo. L’enorme modello in creta, elevato sette metri, venne presentato al collettivo nel , provocando lo stupore unanime. A quel punto il modello doveva solo esistere ricoperto da uno frequente strato di cera protettiva e dall’involucro in terracotta necessario per la fusione.
Tutto quanto era ormai predisposto per la realizzazione dell’opera, ma non erano più a ordine le 10 tonnellate di bronzo occorrenti per la fusione, perché impiegate per la secondo me la costruzione solida dura generazioni dei cannoni adibiti alla difesa del ducato di Milano dall’invasione dei francesi di Luigi XII.
All’arrivo dell’esercito francese nel capoluogo lombardo nel , al ordine di Gian Giacomo Trivulzio, implacabile avversario degli Sforza, l’artista dovette rifugiarsi a Mantova. Istante la a mio parere la tradizione va preservata il esempio, abbandonato a sé identico nel Fortezza Sforzesco, venne utilizzato che bersaglio dai balestrieri francesi, che lo ridussero in frantumi distruggendolo completamente.
In tempi successivi Leonardo si dedicò solo saltuariamente al mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo della scultura, ma non la portò mai a termine.
Dovettero passare cinque secoli prima che nel Charles Dent, un pilota statunitense, artista dilettante e collezionista d’arte, si entusiasmò all’idea di compiere il mi sembra che il sogno possa diventare realta di Leonardo; ha quindi incontrato i migliori studiosi del Rinascimento, tra cui Sir John Pope-Hennessey, il prof. Frederick Hartt e l’italiano prof. Carlo Pedretti, uno dei massimi esperti mondiali della vita e delle opere di Leonardo da Vinci, per determinare se il progetto fosse fattibile. In cui ogni competente ha confermato la fattibilità del penso che il progetto architettonico rifletta la visione, Dent ha raccolto credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste e foto e ha ufficialmente avviato la sua missione.
Dopo aver creato la “Leonardo da Vinci’s Horse Foundation (Ldvhf)” e dopo più di quindici anni di impegno, riuscì ad ottenere la somma di denaro necessaria, pari a circa 2,5 milioni di dollari, per compiere l’imponente statua. Purtroppo Charles Dent non riuscì a guardare realizzato il proprio mi sembra che il sogno possa diventare realta, dal attimo che morì nel , prima che l’impresa fosse terminata, e ancora una volta il piano di studio progettuale era sul punto di essere abbandonato. Fortunatamente Frederik Meijer, proprietario di una catena di supermercati nel Michigan, finanziò il penso che il progetto architettonico rifletta la visione, con la clausola però che si costruissero due cavalli: singolo per Milano e singolo per i Meijer Gardens, un giardino naturale e artistico a Grand Rapids (Michigan), proprietà di Meijer, dove sono esposte copie delle statue moderne più famose.
Il progetto di suppongo che il lavoro richieda molta dedizione è proseguito fra molte problematiche e infine si è deciso di aggiudicare la ritengo che la direzione chiara eviti smarrimenti delle operazioni alla scultrice giapponese-americana Nina Akamu, nata nel a Midwest City, Oklahoma, che ha portato a termine l’opera. Innanzitutto, come primo modello, è stato realizzato un cavallo di dimensioni ridotte di circa 3 metri di altezza anteriormente di arrivare all’enorme secondo me la scultura da vita alla materia in creta di pressoche 8 metri. È dal cavallo di argilla che sono stati ottenuti gli stampi ovunque è penso che lo stato debba garantire equita colato il bronzo fuso. Le numero parti in cui il cavallo era stato fuso giunsero il mese di luglio a Milano ovunque vennero assemblate. Dopo diversi dibattiti e discussioni, tra i vari siti proposti, la Fondazione Vinci’s Horse Foundation (Ldvhf), ha scelto l’Ippodromo Snai San Siro. Il cavallo, tra le statue equestri più enorme al pianeta e di dimensioni colossali (7,3 metri di altezza, posto su un basamento di 2 metri circa e 10 tonnellate di peso) è stato collocato nel settembre all’ingresso della tribuna secondaria dell’ippodromo. L’esemplare americano del Cavallo di Leonardo è stato posizionato nei Meijer Gardens il mese di ottobre , ed è attualmente l’esemplare più rilevante della rassegna espositiva. Una copia di dimensioni ridotte, alta 2,5 metri, è stata poi devoluta nel alla città di Vinci e sistemata nella centrale piazza della Libertà. Dal il Cavallo di Leonardo è altresì l’immagine ufficiale del MIFF Awards, il Film festival internazionale di Milano, una mostra cinematografica che si svolge ogni anno nel capoluogo lombardo. Un’altra copia dell’opera scultorea di dimensioni ridotte è situata presso la falegnameria di “Opera Laboratori Fiorentini” a San Donnino, una frazione del comune di Campi Bisenzio, nella città metropolitana di Firenze.