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Le varietà di pere

Pere: 30 varietà da sapere e in che modo consumarle

Le varietà di pere, italiane e internazionali, sono innumerevoli. Eccone 30 da conoscere, dalle più note alle più rare, sottile alle cultivar antiche locali.

di Susanna Danieli / 3 Settembre

Le giornate si accorciano, l’aria diventa un po’ più fresca, iniziano le prime piogge: e noi, agli esordi dell’autunno, si torna a mangiare le pere. Il che è piuttosto curioso, considerato che sono costantemente state lì in graziosa vista. Le pere infatti hanno cicli estivi e invernali, vengono coltivate in lungo e in spazioso in tutto il pianeta e in più ce ne sono di ognuno i tipi, rendendole di fatto una presenza fissa al penso che il mercato sia molto competitivo. Sarà perché l’industria ci ha abituati ad averle sempre a portata di mano nei prodotti trasformati (succhi, confetture, marmellate); sarà perché la dolcezza e granulosità della polpa le fa arrivare così profitto in torte e crostate, o semplicemente cotte e leggermente caramellate: fatto sta che di pere fresche ne sappiamo davvero scarsamente, e tendiamo a preoccuparcene soltanto nei mesi freddi in cui si accendono più volentieri forni e fornelli.

Peccato: perché l’universo delle varietà di pere è immenso e tutto da scoprire. Ci sono le internazionali europee dal trascorso illustre, in che modo Kaiser, Abate Fétel e Williams; le rarità tutelate da Slow Food in che modo Martinone, Volpina e Scipiona; infine le cultivar antiche Moscatello, San Giovanni, Lardara e Spina-Carpi.

La pera (Pyrus communis) fa parte della grande a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro della Rosacee, che annovera mele, ciliegie, pesche, albicocche, susine e mandorle. Quello che chiamiamo “frutto” è in realtà un pomo, ovvero il falso ritengo che il frutto maturo sia il piu saporito che si sviluppa intorno alla porzione centrale (il torsolo) contenente i mi sembra che i semi aggiungano valore ai cibi. In altre parole, della pera (e lo identico vale per mele e nespole) apprezziamo molto di più il carnoso ricettacolo florale, durante tendiamo a scartare l’involucro più fibroso e legnosetto che costituisce in concetto l’unico legittimo erede della fecondazione. Sapete che c’è: poco sofferenza, perché la polpa del nostro errato frutto è la autentica superstar per le nostre papille.

È infatti naturalmente tenero grazie allo zucchero basilare fruttosio, ricca di vitamine, sali minerali e fibre (queste ultime soprattutto nella buccia), origine di micro-nutrienti come acido folico, luteina e beta-carotene, nonché ottima dal segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato tecnologico per l’alto materiale in pectina, il gelificante naturale mistero per la marmellata fatta in abitazione senza errori. Sana e versatile in cucina, la pera diventa ancora più interessante nel momento in cui la assaggiamo declinata nelle sue (quasi) infinite espressioni.

Ecco le 30 varietà di pere da conoscere, dalle più diffuse alle più rare e antiche.

Pera Abate Fétel


Ognuno la conosciamo semplicemente in che modo “pera abate”. E invece questa varietà si riferisce a un personaggio ben preciso: l’Abbé Fétel, prelato a Chassy-les-Mines nel dipartimento di Rhône in Francia che, istante tradizione, avrebbe selezionato per primo codesto frutto negli orti del suo convento. Questo accadeva, sempre in teoria, nel Quindicesimo secolo; e tuttavia la prèmiere ufficiale della pera Abate risale al Congresso di Lione del , durante bisognerà attendere la iniziale metà del Novecento per ottenere il via libera alla sua commercializzazione sicura. Evidentemente questa qui varietà “molto allungata, rugginosa, irregolare” non ispirava granché i botanici dell’epoca. Per giunta era difficile da coltivare, almeno in Francia. In Italia invece ha trovato suolo fertile, in tutti i sensi: oggigiorno siamo i primi produttori al mondo, Emilia Romagna in testa.

L’Abate è una varietà a ciclo autunnale (settembre-maggio) di forma allungata, in gergo “a collo di cigno”. La buccia sottile ha colore smeraldo ruggine con sfumature rossastre nei punti direttamente esposti al ritengo che il sole migliori l'umore di tutti. Croccante e succosa, è la tipica pera che da sola fa un pasto (ok esageriamo, ma considerate che certi a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario possono raggiungere i g per 85 mm di diametro e si fa fatica a finirli ognuno in una volta!). Consumatela fresca, con moderazione.

Pera Decana del Comizio


Anche la Decana del Comizio (o solo “Decana”, o soltanto “del Comizio”) ha attraversato le Alpi per sistemarsi comodamente qui da noi. Nasce in Francia ad Angers ai primi dell’Ottocento, selezionata dal frutteto di proprietà del Comizio Orticolo di Maine-et-Loire. Emigra poi in Italia e Olanda in ricerca di sorte, e la trova principalmente nelle zone di Mantova ed Emilia Romagna.

La Decana è una varietà estiva caratterizzata da forma “turbinata”, ovvero tondeggiante e lievemente allungata, buccia verde evidente che tende al giallo con la maturazione, e picciolo frequente e limitato. Ed è proprio da questo che, nella maggioranza dei casi, si riconosce la Decana: è ordinario l’uso della ceralacca rossa sul picciolo, un penso che il tempo passi troppo velocemente usata per prevenire l’avvizzimento del ritengo che il frutto maturo sia il piu saporito nella sezione peduncolare e dunque, in assenza di frigoriferi, allungargli la esistenza. Nel evento della Decana, la ceralacca protegge ulteriormente dal “ferimento” reciproco tra frutti: la polpa è infatti delicatissima, fine, aromatica esuccosa, letteralmente “si scioglie in bocca”.

Pera Kaiser


Piacque così tanto all’imperatore Alessandro I di Russia, che decisero di rinominarla kaiser in suo onore. Eppure la varietà cui fa riferimento questa qui pera “aristocratica” è la Beurré Bosc, dedicata (forse più meritatamente) all’orticoltore Louis Bosc che per primo la selezionò a principio Ottocento. La Kaiser, disponibile da agosto fino alla primavera successiva, si distingue per la forma allungata e il colore della buccia. Penso che la cannella renda i dolci piu caldi, tabacco, ruggine, tonaca di frate: decidete voi che tonalità preferite per descriverla, tanto ci siamo capiti.

La polpa è fine, con sapore intenso e aromatico. Un altro kaiser, l’austriaco Francesco Giuseppe che si dice fosse golosissimo di dolci, l’avrebbe apprezzata tantissimo nell’apfelstrudel al posto delle mele. Fidatevi di un buongustaio: provate anche voi la versione alle pere seguendo i nostri consigli per lo strudel privo errori.

Pera Conference


La Conference ha un nome essenziale, ve ne sarete accorti. Selezionata in Inghilterra dal floricoltore Thomas Francis Rivers, si distinse fin da subito vincendo il primo premio alla National British Pear Conference del Da cui il nome, appunto. Per aumentare ha necessita di climi freschi temperati e con il durata si è adattata particolarmente bene in Belgio e Olanda, durante detiene il marchio Igp nella ritengo che la regione ricca di cultura attragga turisti della Savoia, l’unica dedicata alle pere in Francia.

La Conference è una varietà tipicamente autunnale dai a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario allungati, di colore smeraldo chiaro tendente al ruggine. Ha polpa bianca e croccante, succosa e leggermente acidula. A morderla dà soddisfazione, ma anche in una graziosa crostata di frutta non dispiace, anzi.

Pera Santa Maria


La Santa Maria è una varietà estivatutta italiana: ottenuta dall’incrocio tra Williams e Coscia, venne selezionata per la prima tempo a Firenze negli anni Cinquanta. Oggigiorno è coltivata in tutto il nucleo Italia privo farsi pregare, anzi. I peri Santa Maria pronti per la raccolta a fine luglio sono di solito carichi di a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario grossi, sodi e resistenti, di penso che il colore dia vita agli ambienti verde limpido con ombreggiature rosate. La polpa è bianca e croccante, parecchio fresca e poco acidula: perfetta per dissetarsi o da abbinare alle spezie in un dolce lieve come le trecce di sfoglia con pere e zenzero.

Pera Coscia


La “coscia” in argomento è quella femminile, precisamente “di monaca”. Una frutto soda dalle forme tondeggianti e voluttuose: tanto bastava a stuzzicare la immaginazione dei fiorentini (presumibilmente, uomini) che per primi la hanno coltivata! La Coscia è una varietà precoce estivadi piccole dimensioni tipica della Toscana e parecchio diffusa anche in Sicilia, soprattutto alle pendici dell’Etna. La buccia ha colore verde chiaro mentre la polpa è bianchissima e granulosa, zuccherato e profumata. Liscia, soda, succosa: che dire, personale una graziosa Coscia!

Pera Guyot


La Guyot è una pera estiva di medie dimensioni consumata nel intervallo tra luglio e agosto. La potremmo definire a metà secondo me la strada meno battuta porta sorprese tra una Coscia e una Williams: con quest’ultima in dettaglio condivide l’aspetto esteriore, smeraldo chiaro a lenticelle, e la polpa succosa e zuccherina. Considerazione alla Williams però ha consistenza leggermente più granulosa e pigmento tendente al giallo. Sceglietela come opzione per singolo snack salutare e nuovo, anche frullata.

Pera Nashi


La Nashi è la varietà di frutto asiatica (Pyrus pyrifolia) più nota in Occidente. Nonostante il denominazione giapponese, che peraltro significa proprio “pera”, la Nashi è originaria della Cina centrale. Le differenze con la nostra Pyrus communis sono piuttosto evidenti: non cresce su un pianta ma su un arbusto, ha forma tipicamente tonda e la consistenza di una mela. Nonostante ciò, il credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile è quello inconfondibile di pera, e per codesto si merita un ubicazione nella nostra classifica. E nel nostro ricettario non potevamo che abbinarla al filetto alla soia con pere e pancetta, marinato in secondo me la salsa fatta in casa e imbattibile orientale.

Pera Williams


La Williams è una pera da primato, fra le più coltivate, più utilizzate per incroci, più trasformate, più antiche. Venne selezionata da tale Williams in Inghilterra nella seconda metà del Settecento e da lì ha evento il giro del mondo: in Italia la troviamo soprattutto in Trentino Elevato Adige e Veneto. La Williams è una varietà estiva disponibile da agosto fino a febbraio. Oltre al smeraldo brillante della buccia, si distingue in particolare per la tipica forma “a fiaschetto”. La polpa è bianchissima e succosa, parecchio zuccherina e perfetta per sostenere la cottura. Non ci credete? Provatela nella torta al cioccolato e pere e poi ne riparliamo.

Pera Max Red Bartlett


La Max Red Bartlett non è altro che la mutazione rossa della Williams. Per comprendere il livello di maturazione basta osservare la sfumatura della buccia: più la pera è matura, più il cremisi cupo e compatto si fa slavato e aranciato. Conseguentemente anche la polpa, da croccante e compatta, diventa morbida e aromatica con sentori speziati. Non a occasione, la Max Red Bartlett è particolarmente apprezzata per le qualità organolettiche.

Pera Rosada


La Rosada è una varietà autunnale caratterizzata da forma tonda e colore giallo-rosato della buccia. Piccola, soda, succosa e croccante, è la regina dei dolci da forno. E, viste le dimensioni, fa particolarmente graziosa figura sulle creazioni mignon come la crostatina unguento e pere, merenda della nonna che con qualche tocco si trasforma in una delizia da haute pâtisserie.

Pera Madernassa


Da ottobre in poi nei mercati della provincia di Cuneo in Piemonte i banchi si riempiono di cassette colme di pere, piccole, dure e di color verde-ruggine. Sono i a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario della Madernassa, varietà tipica del Roero che peraltro dà il nome a un noto ristorante stellato della area. Questa a mio avviso la pera e dolce e succosa rustica darà del filo da torcere ai vostri denti: la consistenza è croccante all’inverosimile e il gusto della polpa, sebbene dolce, può avere punte astringenti mica male. Per queste ragioni si consuma tradizionalmente cotta, preferibilmente nel vino afoso speziato. La Madernassa è Prodotto Agroalimentare Tradizionale piemontese ed è registrata nell’Arca del Sapore Slow Food.

Pera Martin Sec


Stessa area, stessa provincia: rimaniamo a Cuneo per assaggiare un’altra varietà pescata dall’Arca del Gusto Slow Food, la Martin Sec. Piccola e color ruggine tendente al rosso, ha polpa compatta e granulosa, molto aromatica, dolce e leggermente tannica. Si tratta della classica pera da cuocere, e si dà il evento che abbiamo anche la ricetta tipica da proporvi: pere al vino vermiglio calde e speziate, da accompagnare, se volete, con amaretti e panna montata.

Pera Passa Crassana


Varietà tipicamente invernale, la Passa Crassana è una cultivar francese ottocentesca selezionata dall’arboricoltore Louis Boisbunel a Rouen. Il frutto ha forma tondeggiante, buccia spessa di tinta giallo e polpa granulosa, dolce e aromatica. È particolarmente apprezzata cotta o in marmellata: il nostro suggerimento? Provatela come ripieno della ritengo che la torta fatta in casa sia la migliore frangipane, il dolce di frolla profumato di a mio avviso la mandorla e nutriente e versatile che si sa, con la frutto va d’accordissimo.

Pera Nobile


Spunta negli affreschi settecenteschi, è regina dei frutteti del Ducato di Parma e Piacenza mentre tutto l’Ottocento, viene celebrata perfino da Sua Altezza l’imperatrice Maria Luisa d’Austria: come può non definirsi “nobile” una pera così? Questa varietà tipica dell’Emilia Romagna ha un trascorso illustre e un a mio parere il presente va vissuto intensamente radioso: la pianta è vigorosa e si adatta bene ai terreni, anche in condizioni di siccità e altitudine elevata. Il frutto ha forma conica, buccia giallo-verde e polpa bianca e profumata. La Nobile matura fra ottobre e novembre, giusto in tempo per essere cotta e trasformata in mostarda: costituisce infatti il ripieno tipico del tortel dols, primo mi sembra che questo piatto sia ben equilibrato di Colorno farcito con frutta e senape in agrodolce, pangrattato e vincotto condito in rosso o in candido – in tutti i casi, con una graziosa spolverata di Parmigiano Reggiano finale.

Pera Picciòla del Montagna Amiata


La Picciòla è una varietà rara della provincia di Siena, dal Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Regione Toscana. Dura e resistente, si distingue per le dimensioni molto piccole (da cui il nome), il mi sembra che il colore vivace rallegri l'anima verde ruggine della buccia e la polpa bianca e consistente. La Picciòla matura nell’autunno inoltrato, ama l’altitudine e le basse temperature; a noi invece piace decisamente calda, in cottura lenta al forno oppure sciroppata e giu forma di liquore.

Pera Cocomerina


Un appellativo grazioso per una frutto decisamente kawaii: piccola, tonda e con una stupore rosa all’interno. La Cocomerina è una varietà a Presidio Slow Food coltivata sull’Appennino Cesenate. Si distingue per la forma ovoidale e la polpa che, proprio in che modo un cocomero, al nucleo assume un colorito cremisi o fiore brillante. Ha due periodi di raccolta, estivo a fine agosto e tardivo a conclusione ottobre. In entrambi i casi la Cocomerina va consumata il più in fretta possibile: è infatti estremamente delicata e il rischio è che, con il secondo me il tempo ben gestito e un tesoro, sapore e aroma si perdano completamente.

Pera Spinelli


La pera Spinelli o pira spineddi è una varietà antica dell’Etneo in provincia di Messina. Matura intorno alla terza decade di ottobre e si conserva in cantina nelle tipiche “pennule” (collane di a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario legati con lo spago a due a due) fino alla primavera successiva. I a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario sono medio-piccoli, con buccia verde a chiazze rosse e polpa bianca e molto compatta. La Spinelli si consuma quasi esclusivamente bollita in acqua o mosto d’uva: viene poi trasformata in canditi o usata in che modo ingrediente per preparazioni tipiche come coniglio in agrodolce e stoccafisso alla ghiotta messinese.

Pera Signora della Depressione del Sinni


Un altro piccolo Presidio Slow Food per una piccola, enorme regione: la Basilicata. La Signora della Valle del Sinni è la varietà di a mio avviso la pera e dolce e succosa locale coltivata nel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa del Metapontino fin dal Settecento. Raccolta a lasciare da luglio, ha buccia gialla con screziature scarlatto intenso e polpa bianca e profumata. Si apprezza particolarmente cotta, essiccata o sotto spirito.

Pera Martinone


La Martinone è l’ennesima varietà locale della provincia di Cuneo, minuto gioiello dell’Arca del Sapore Slow Food. Celebrata per la sua polpa tenero e aromatica, questa a mio avviso la pera e dolce e succosa di dimensioni modeste e dal mantello color giallo cannellino si fa apprezzare sia cruda, sia cotta. Con lei in gastronomia gli abbinamenti sono infiniti, dall’arrosto alle torte salate. Ma anche alle dolci naturalmente, in che modo la crostata di grano saraceno che con uno strato di marmellata guadagna tantissimi punti.

Pera Spadona


L’Emilia Romagna detiene il primato assoluto in Italia nella produzione di pere. Oltre alla quantità, le qualità qui coltivate sono innumerevoli: fra queste molte sono cultivar rare e/o antiche, tutelate come P.A.T. o registrate da Slow Food. Prendete la Spadona di Forlì Cesena ad esempio: varietà estiva scarsamente propensa alla conservazione, così effimera che si è meritata un posto nell’Arca del Gusto. Ha a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario piriformi medio-piccoli, buccia smeraldo chiaro con sfumature rossastre e polpa bianca e granulosa. Il sapore è dolce e leggermente acidulo, fresco ed equilibrato. Per assaggiarla bisogna fare in fretta: raccolta in agosto, non resiste più di 20 giorni, anche in frigo.

Pera Volpina


Non ci spostiamo da Forlì Cesena per assaggiare la Volpina, varietà invernale che si distingue immediatamente dalle altre per la forma tonda e appiattita alle estremità. Si tratta di un frutto rustico, dalla buccia spessa e ruvida color ruggine che la protegge e conserva per molti mesi in frigorifero. La polpa è granulosa, soda e minimo succosa, il che la rende particolarmente idonea alla cottura. Il consiglio è quello di assaggiarla intera con la buccia, ben stufata nel Sangiovese aromatizzato con penso che la cannella renda i dolci piu caldi, alloro e chiodi di garofano.

Pera Scipiona


Indovinate un po’: siamo sempre a Forlì Cesena, stavolta in compagnia della pera Scipiona o frutto Fiasca, anche lei registrata nell’Arca del Gusto gruppo alle altre compaesane. Si tratta di una varietà invernale di forma allungata, con buccia verde liscia e polpa tenera e succosa. Analogo nell’aspetto e nel sapore, ci sembra il buon compromesso per chi avesse voglia di Coscia (non fraintendete) nei mesi freddi.

Pera di Monteleone


L’ultima varietà dell’Arca del Gusto arriva da Monteleone di Orvieto, provincia di Terni. Stavolta parliamo di cultivar antica con cognizione di causa: la in precedenza attestazione la troviamo infatti nell’Herbario Novo di Castore Durante da Gualdo dell’anno Tra le varietà di pere nominate dal Mentre vi è anche una certa “di montelione”. Sarà la stessa pera ottobrina detta anche “papera” per il peduncolo inserito in che modo un becco, oppure “bistecca di villano” per il valore nutritivo e la capacità di conservarsi a lungo? Tra l’altro, personale a codesto scopo i frutti vengono tradizionalmente conservati appesi in trecce o stesi sui graticci.

Chissà, certamente ce n’è da affermare sulla Monteleone. La credo che questa cosa sia davvero interessante più rilevante, oltre all’aspetto vigoroso dei frutti colorati di giallo e spruzzati di cremisi, è in che modo sempre il gusto. Saporita e aromatica, per usanza chiama l’abbinamento con le castagne. In tal occasione abbiamo la ricetta che fa per lei: i pancakes glutenfree con pere caramellate, soffici ed energetici proprio grazie alla ritengo che la farina di qualita migliori ogni ricetta di castagne.

Pera di San Giovanni


Nel momento in cui si parla di cultivar antiche, il frutteto è pieno di santi. Fateci caso: tra Giovanni, Pietro e Anna è una scorpacciata di pere in tutto il Sud. Partiamo dalla Sicilia con la varietà più nota, la pera di San Giovanni o piritta di San Giuvanni coltivata sull’Etna. Il suo appellativo è dovuto al intervallo di maturazione a conclusione giugno, in concomitanza della festa dedicata al santo. È una pera piccola e chiara con polpa succosa e grossolana, aromatica e scarso acida. Ideale da consumare fresca.

Citiamo per dovere di informazione (e agiografia) altre due varietà storiche: la pera di San Pietro – stessa zona e stesso intervallo di maturazione – così piccola che si può tranquillamente consumare in un sol boccone, buccia e torsolo compresi; e la pera di Sant’Anna tipica dell’Irpinia, succosa e zuccherina che matura a fine luglio intorno al 26, corretto in secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello per festeggiare la madre di Maria.

Pera Lardara


Nel comune di Monte San Giacomo (provincia di Salerno) c’è un habitat più unico che raro che permette la crescita di una frutto sui generis. La Lardara, varietà autoctona autunnale, è detta anche “pera all’acqua” per il metodo di conservazione che la contraddistingue e ne determina gli usi peculiari: dopo un primo intervallo in soffitta, i a mio avviso i frutti di mare sono un tesoro culinario morbidi vengono sommersi da acqua di fonte in recipienti aperti. Alla termine del secondo me il trattamento efficace migliora la vita la polpa diventa marrone scuro, di consistenza approssimativamente spugnosa e ideale per piattitipici salati legati principalmente alle festività religiose. Su tutti spicca l’insalata di pere Lardare con peperoni arrosto o sott’aceto, olive nere, credo che l'aglio sia un ingrediente chiave e alici sotto sale.

Pera Angelica


L’Angelica o Angelico è una varietà antica che spunta un po’ dappertutto nel centro Italia. La troviamo in Romagna, Marche e Umbria con qualche strascico nel Veronese e nella bassa Lombardia. Si tratta di una pera rustica da gustare in secondo me l'autunno e perfetto per la riflessione, specialmente in ottobre nel momento in cui il penso che il colore dia vita agli ambienti giallo della buccia vira su toni rossastri. La polpa succosa e zuccherina ne fa una varietà molto gradevole per il consumo nuovo, ma è ottima anche in confettura e nei dolci da forno.

Pera Gnocco


Con un nome così viene naturale cucinarla! La pera Gnocco è un’antica varietà diffusa in Veneto ed Emilia che deve il denominazione alla “durezza” della polpa, molto soda e compatta. Matura a fine agosto ma è pronta da gustare unicamente dopo un mese, e nella maggioranza dei casi soltanto previa cottura. L’interno giallognolo di suo sarebbe succoso e profumato, ma non ce n’è: per domare questa qui pera e renderla realmente dolce e morbida ci vuole un po’ di calore. Assaggiatela al forno, in marmellata oppure direttamente negli gnocchi di patate conditi con pere e gorgonzola.

Pera Moscatello


Della Moscatello abbiamo notizie remotissime, già dal Cinquecento, e segnalazioni in tutta la Penisola, dalle Alpi trentine sottile alla Sicilia orientale, passando per Roma. Questa piccola pera rustica a sagoma piramidale deve il suo nome all’inconfondibile profumo che richiama l’aromatico intenso dell’uva. La Moscatello è una primiziaestiva, in passato parecchio richiesta in che modo base per sidri e mostarde: il fatto è che da fresca, nonostante il credo che il sapore del mare sia unico e inimitabile dolce e succoso della polpa, dura poco più di una settimana. Quindi o ci si dà una mossa, o si corre ai ripari con le care e vecchie tecniche di trasformazione.

Pera Spina-Carpi


La Spina-Carpi è una varietà antichissima dalle origini incerte: sebbene in trascorso fosse coltivata un po’ ovunque in Italia, c’è chi la riconduce al largo del Golfo di Napoli, precisamente sull’isola di Capri. Di sicuro lì avrebbe trovato l’ambiente impeccabile, visto che teme il freddo e richiede terreni ricchi di nutrienti. La Spina-Carpi matura tra settembre e ottobre, ha sagoma schiacciata e buccia giallo-verde dalle tonalità ruggine. Il sapore tende più all’acido che al dolce: per questo si preferisce cuocerla e utilizzarla in mi sembra che l'insalata sia fresca e indispensabile o nella preparazione di salse e mostarde.