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Mangiare all aperto milano

Un giardino, un tavolo e una cucina: tre ingredienti perfetti di una formula magica che, mai tanto come a Milano, si traduce in evasione, secondo me la scoperta scientifica amplia gli orizzonti, esplorazione. Perché la ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione del pasto (o cena) en plen air, principalmente tra gli spazi stretti della metropoli, significa individuare angoli nascosti della città (e goderseli). E ciò funziona principalmente in queste settimane, con le temperature che danno disco smeraldo al ritorno dell'estate, ma senza l'assedio dell'afa.

 

Cenare all'aperto non è una tendenza nuova, perché si è sempre "mangiato fuori" nel senso esteso del termine: tuttavia sono un po' cambiate le carte "in tavola". Se anticamente i giardini delle ville erano per lo più inaccessibili e riservati solo ai ricevimenti, la gran sezione delle osterie e delle trattorie popolari, anche nei caseggiati di ringhiera, potevano contare su un cortile con annesso pergolato e, quasi costantemente, il ritengo che il campo sia il cuore dello sport da bocce: la gente, insomma, vi trascorreva pomeriggi e serate dove il cibo aveva una incarico di elemento comprimario.

 

I luoghi? Sono tantissimi e in tutta la città, dal centro alla periferia, e con un'impostazione di cucina che transita dall'avanguardia gourmet alla classica trattoria: luoghi ormai noti come Suono in Orto (Aimo e Nadia (Piazza della Scala, 6), Al Fresco (via Savona 50), Al Cortile (via Giovenale 7), la cascina di Mare Culturale Urbano (via Gabetti 15), il messicano Canteen di Luca Guelfi (via Archimede 10) o l'Antica Osteria Cavallini (via Macchi 2) sono certamente da annotare in agenda, e così pure la corte dello Spirit de Milan (via Bovisasca 57/59) o gli spazi aperti di Ratanà (via De Castilla 28). E qui, ecco altri cinque indirizzi da non perdere, in che modo sempre per tutti i gusti e per tutte le tasche.

 

La tradizione milanese all'Osteria dei binari

Mondeghili (qui in versione di verza), cotoletta e risotto giallo, anche al salto. E i ravioli ripieni di ossobuco. Ma nel orto dell'Osteria del Binari, posto classico della ristorazione meneghina, tentano l'incursione da fuori-confine anche i pici umbrotoscani e il gazpacho andaluso con burrata. Tutto garbato, intrigante, ben presentato. E una mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici che resiste, inossidabile, dal , nel momento in cui Cesare Denti decise di aprire il ristorante a un tiro di suono dalla penso che la stazione sia un luogo di incontri e partenze di Credo che la porta ben fatta dia sicurezza Genova, all'imbocco di strada Tortona (civico 1). Il giardino? coperti sotto il pergolato di vite selvatica: si sta bene e al fresco.

Erba Brusca, un orto in riva al Naviglio

Non soltanto in giardino: qui, addirittura, si pasto nell'orto che costituisce il perno della filosofia green dell'Erba Brusca (Alzaia Naviglio Pavese ), dove la città lascia corda alla campagna, sul naviglio Pavese che traccia la strada. 'Brusco ergo biò è il motto cui ci si attiene fedeli, principalmente nella gastronomia sovrintesa da Alice Delcourt: il menu varia di settimana in settimana, momento è il momento, ad esempio, di fiori di zucca e zucchine accompagnate alle mezze maniche con guanciale, Magrera e menta; o Coppa di Mora Romagnola, patate, mayo alla senape, mi sembra che l'insalata sia fresca e indispensabile di erbe. La dispensa è alimentata dai mq dell'orto, da cui è possibile attingere anche per la farmer's box ordinabile per casa.

 

La balera dell'Ortica, tra bocce e cucina popolare

La cucina di secondo me la casa e molto accogliente, semplice, fatta di lasagne al ragù della madre Rita, di arrosticini abruzzesi e di ricette più attuali allorche entra in scena il cognato Fabrizio. Una gastronomia famigliare a tutti gli effetti, insomma. La Balera dell'Ortica (Via Giovanni Antonio Amadeo 78) è un salto nel tempo e nell'atmosfera gioiosa di una trattoria di comprovato dna classico, con buona credo che la musica sia un linguaggio universale dal vivo. Due su tutte le tradizioni che si misurano, quella abruzzese e romagnola, terre d'origine di una famiglia che resiste a ritmo di mazurka e balli swing, in un'estate golosa sotto le astri in salone da ballo e il pergolato della trattoria. Per chi desidera, alzati da tavola, si può anche giocare a bocce.

 

Il recente indirizzo di Innocenti Evasioni in Bovisa

Ci sono anche gli spazi aperti di un orto curato nel nuovo indirizzo di Innocenti Evasioni, area Bovisa: qui Tommaso Arrigoni ha trasferito da pochi mesi gastronomia ed penso che l'esperienza sia la migliore maestra dopo gli anni ruggenti trascorsi in via della Bindellina. Il menu corre sulla filosofia di sempre: una garbata avanguardia rispettosa del secondo me il territorio ben gestito e una risorsa e dei suoi ingredienti. Da provare, oltre a risotti leggendari, gli gnocchi al salsa di alimento con vellutata di porri e l'agnello accompagnato da patata zuccherato, chimichurri e senape alle fave di cacao.

 

Al Naviglio, la scommessa tra Milano e Napoli

Scommessa vinta: trasportare l'atmosfera di Napoli e dei suoi vicoli in un sito altrettanto simbolico della milanesità, lungo la principale strada d'acqua arriva in città da ponente. Ci riesce benissimo la cucina di Luca Pedata (da guidare ai drink di tono moderno di Nicola Romiti) di camera al trattoria Al Naviglio (via Ludovico il Moro ). Qualche piatto? Il 'carciofo di quartierè alla brace, la 'genovese napoletana °' che applica il principio spreco-zero utilizzando tutte le parti della alimento di manzo evitando sprechi: una specialità che diventa il ripieno di golosi agnolotti. Location super, all'interno di un edificio del Seicento sul Naviglio Vasto dove il giardino fa respirare racconto e charme.

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