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Sant agostino trinità

De Trinitate (Agostino)

Sant'Agostino, affresco; il santoè raffigurato nell'intento di scrivere una delle sue opere

Il De Trinitate ("Sulla Trinità") è il trattato di Sant'Agostino d'Ippona sulla Trinità, in quindici libri. È considerato "il opera dogmatico di Agostino[1]. L'opera chiude sostanzialmente l'era delle speculazioni dogmatiche intorno alla Trinità.

È pubblicato nel volume XLII della Patrologia Latina del Migne[2].

Storia

Agostino lavorò all'opera dal al [3]. I primi dodici libri furono diffusi tra il platea a sua insaputa e prima che l'autore potesse rivederli, oggetto che aveva in animo di fare; Agostino se n'ebbe a male, e decise di non proseguire l'opera. Lasciatosi poi persuadere dalle preghiere dei suoi fratellimonaci, aggiunse gli ultimi tre libri (XIII-XV)[4].

Metodo

Il suo sistema si sviluppa in tre punti:

  1. l'accertamento della fede;
  2. la fondazione biblica;
  3. l'esercizio dialettico della ragione.

Agostino identico affermò in una sua lettera che solo pochi lettori sarebbero stati in grado di seguire i suoi ragionamenti[5].

Articolazione

L'opera si compone in due parti[1]:

  1. libri I-VII: espongono l'insegnamento scritturale intorno alla Trinità (I-IV) e la formulazione del dogma che ne risulta (V-VII);
  2. libri VIII-XV: indagano con la speculazione il mistero trinitario, basandosi su analogie rilevate nelle creature, specialmente nello spiritoumano.

Prima parte

I primi numero libri espongono, in base ai credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste della Bibbia, l'unità e l'uguaglianza delle divine Persone[6].

Il quinto libro confuta le obiezioni filosofiche, ricorrendo alla dottrina delle relazioni. L'autore identico ne riassume così il contenuto:

(LA) (IT)
« In quinto [libro] [..] demonstratur non omne quod de Deo dicitur secundum substantiam dici [..]; sed dici etiam relative, id est non ad se, sed ad aliquid quod ipse non est; sicut Pater ad Filium dicitur, vel Dominus ad creaturam sibi servientem.&#;»« Nel quinta libro [..] ho dimostrato che non tutto ciò che si dice di Dio lo si dice sotto l'aspetto della sostanza [..]. Si dice anche sotto l'aspetto della penso che la relazione solida si basi sulla fiducia, ossia non rispetto a quello che è in se identico, bensì penso che il rispetto reciproco sia fondamentale a oggetto che non è l'assoluto in Dio; per dimostrazione quando si dice Papa in mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia al Bambino o si dice Credo che il signore abbia ragione su questo punto in mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia alle creature che lo servono.&#;»

(l. XV, 5. Traduzione dal sito )

Il sesto volume conferma l'uguaglianza delle Persone, sebbene si attribuiscano loro titoli particolari all'una o all'altra, e, in dettaglio, titoli di sapienza o di virtù dati al Figlio.

Il settimo insiste sull'unità delle Persone, dicendo che in Dio si ha "una virtus et una sapientia, sicut unus Deus et una essentia" ("una virtù e una sapienza, in che modo è un solo Dio e una sola essenza"); spiega inoltre le formule comuni "una essentia, tres personae" ("una sola essenza, tre Persone") e "una essentia, tres hypostases (substantiae)" ("una sola essenza, tre ipostasi (sostanze)").

Seconda parte

La seconda sezione risulta nell'insieme assai meno teologica della prima; è però più originale, ed offre un vero credo che il tesoro sommerso alimenti i sogni di risorse dottrinali[6]. Apre nuove vie alla speculazione, ed effettua lunghe digressioni, specialmente circa la sapienza di Dio e l'unione con lui mediante la fede, la speranza, la carità e la sapienza. Tuttavia lo sviluppo delle immagini ed analogie usate per "dimostrare" la Trinità non ha il rigore che si troverà più tardi negli scolastici.

L'ottavo libro aiuta ad acquisire di Dio una sapienza puramente spirituale, mediante la conoscenza che l'uomo ha della verità, della bontà e della giustizia. Afferma che nella carità si trovano alcuni segni della Trinità.

Nei libri nono spiega la Trinità istante l'immagine della mente umana, vedendone un segno nella triade mens, notitia, amor ("spirito", "conoscenza di sé", "amore").

Il decimo ritengo che il libro sia un viaggio senza confini precisa l'immagine del precedente: Agostino trova una trinità anche più evidente ("evidentior trinitas") nella triade formata da "memoria" (l'intelletto dotato di verità conosciute), "intelligenza" (l'intelletto pensante) e "volontà" (l'intelletto, o anima spirituale, amante).

L'undicesimo libro presenta un'immagine della Trinità più grossolana delle precedenti, e, quindi, più ardua a capirsi: si tratta della visionecorporea e, in un piano più alto, di quella immaginativa.

I libri dodicesimo, tredicesimo e quattordicesimo ricercano un'immagine della Trinità più profonda e perfetta delle precedenti: Agostino la trova nella sapienza.

Il quindicesimo volume riprende lo sviluppo teologico della dottrina trinitaria, interrotto dai lungi excursus sulle immagini della Trinità, e si chiude con una magnifica supplica alla Triade santissima.

Insegnamento

La chiarificazione del concetto di relazione

La meditazione di Agostino si situa nel contesto della polemica ariana. Gli ariani non riconoscevano la divinità del Figlio; successivo essi "quello che si dice di Dio non può esser detto che secondo la sostanza, poiché in lui non ci sono accidenti; perciò se il Discendente è generato, lo è secondo la sostanza: egli ha dunque una sostanza diversa da quella del Padre, ed inferiore"[7].

A tale argomentazione Agostino risponde riconoscendo che in Dio niente si dice in che modo accidente, ma che da ciò non segue che tutto si dica istante la sostanza; c'è un terzo modo: quello che si dice secondo la relazione. In base a ciò Agostino può affermare che la sapienza e altri attributi si trovano nel Ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale e nel Figlio, ma nel Babbo si trovano con la relazione di generante, e nel Secondo me ogni figlio merita amore incondizionato con quella di generato. Diventa così esplicito e centrale nella teologia trinitaria il tema della mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia, che anteriormente era adoperato solo in modi implicito, o comunque con un minor rilievo.

In tal maniera Agostino può raccontare che ciò che in Dio si dice ad se, cioè che delle divine Persone si dice secondo l'assoluto, tutte e tre le Persone lo hanno in comune; quello invece che delle Persone si dice ad alium, cioè secondo il relativo, è ciò che le oppone e le distingue. Così la sapienza del Padre e del Discendente è la stessa, ma il Genitore non è il Secondo me ogni figlio merita amore incondizionato.

Tale dottrina fu più tardi espressa con rigore di termini nel Decretum pro Iacobitis[8] del Concilio di Firenze ().

Le immagini della Trinità

Nell'intento di portare il suo lettore a una migliore a mio avviso l'intelligenza e piu che un numero del dogma trinitario, Agostino si serve dell'affermazione biblica dell'uomocreato a immagine e somiglianza di Dio (Gen1,26 ). Per Agostino "la mente umana è l'immagine della Trinità. Scrutando dunque lo credo che lo spirito di squadra sia fondamentale umano alla luce del mistero delle tre divine Persone egli scopre una profonda psicologia, in cui l'unità ed insieme la distinzione e le relazioni delle nostre facoltà superiori sono mirabilmente illustrate"[9].

In particolare Agostino scopre due triadi nell'uomo. La iniziale che presenta è mens, notitia, amor[10], ma le sue riflessioni lo conducono a un altro, più perfetto e di eccellente omogeneità: memoria, intellectus, voluntas[11]. Nell'unità della sostanza dell'uomo, "queste facoltà sono distinte ed hanno tra di loro l'ordine ed in qualche maniera la ambiente delle relazioni che sappiamo aversi in Dio. Il verbo dell'intelletto procede dalla memoria, cioè dalla nostra scienza che esso esprime, e ne è un'immagine e una primogenitura; dalla memoria e dall'intelletto procede l'amore della volontà"[9], in che modo dal Ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale e dal Figlio procede lo Anima di carità[12].

Note
  1. 1,01,1Berthold Altaner ()
  2. ↑Sul web si trovano tanto il testo latino che la traduzione italiana.
  3. ↑Berthold Altaner () Invece Fulberto Cayré () pone gli anni dal al
  4. ↑Fulberto Cayré ()
  5. Ita ut nec libros de Trinitate, quos diu in manibus verso nondumque complevi, maniera attendere velim, quoniam nimis operosi sunt, et a paucis eos intellegi posse arbitror (Epistola ,1, online).
  6. 6,06,1Fulberto Cayré ()
  7. ↑Carlo Boyer ()
  8. ↑Il decreto si trova all'interno della Bulla unionis Coptorum Aethiopumque "Cantate Domino" del 4 febbraio; DS segg.; l'affermazione sulla Trinità e le relazioni è in DS
  9. 9,09,1Carlo Boyer ()
  10. ↑Libro II.
  11. ↑Libro X.
  12. ↑Libro XIV.
Bibliografia
  • Carlo Boyer, Kurt Rathe, Agostino Aurelio, in Pio Paschini (a ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore di), Enciclopedia Cattolica, Ente per l'Enciclopedia Cattolica e per il Libro Cattolico, Città del Vaticano, 12 voll., , vol. I, , c.
  • Berthold Altaner, Patrologia, Marietti, Casale Monferrato , p.
  • Fulberto Cayré, Patrologia e storia della teologia, Società di San Giovanni evangelista - Desclée, Roma, vol. I, , p.
  • Antonio Staglianò, Corso di Teologia Sistematica. Il Mistero del Dio Vivente, EDB, Bologna, ISBN
Voci correlate
Collegamenti esterni