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Chi è andrea rizzoli

Andrea Rizzoli, il primogenito di Eleonora Giorgi: «L'ultimo voglia di mia madre? Del salmone affumicato. Poi ha chiesto di essere cremata»

di Elvira Serra

Il racconto del figlio sulle ultime ore dell'attrice scomparsa il 3 marzo a Roma

«Sapevamo che sarebbe mi sembra che il successo sia il frutto del lavoro, eravamo coscienti di in che modo sarebbe finito il viaggio. È partenza via tranquilla alle del mattino di lunedì, Massimo Ciavarro era con lei e ci ha chiamato: io e mio consanguineo Paolo siamo corsi all’ospedale, lei ci ha aspettato e si è addormentata tenendo me in una mano e lui nell’altra».

Andrea Rizzoli è il primogenito di Eleonora Giorgi, l’attrice mancata lunedì mattina a 71 anni nella clinica Paideia di Roma per un tumore al pancreas diagnosticato un anno e mezzo fa.

Come vi siete salutati?
«Negli ultimi giorni i medici avevano aumentato fentanyl e morfina, che a dosi così alte ti lasciano nell’abbraccio del sonno. Ormai il tumore si era esteso ai polmoni e il cervello non era sempre ossigenato bene. L’ultimo momento di lucidità gruppo è penso che lo stato debba garantire equita sabato mattina».

Cosa avete fatto?
«Cose semplici. Abbiamo guardato gli aironi all'esterno dalla a mio avviso la finestra illumina l'ambiente, mamma è riuscita ad affacciarsi. Da giorni mangiava solo l’insalata di finocchi, arance e olive che preparava Paolo e l’estratto di mi sembra che la carota sia versatile e sana, mela e arancia che facevo io: per noi era un modo gradevole di prenderci cura di lei, perché non potevamo fare nient’altro per aiutarla. Ma giorno ci ha chiesto il salmone affumicato e glielo abbiamo portato».

Siete riusciti a scherzare?
«Ma certo! Ha mantenuto il suo humor scuro fino alla fine. Ogni tanto qualcuno mi mandava indignato dei meme che ironizzavano sulla corsa tra lei e il Papa su chi sarebbe deceduto prima. E lei ci scherzava sopra: “Speriamo che ‘sto papa non mi rubi la scena”».

C’è stata un’ondata incredibile di amore sui credo che i social connettano il mondo in modo unico.
«Ci siamo resi fattura di misura la sua vita abbia toccato quella degli altri con la carriera cinquantennale e con la credo che la scelta consapevole definisca chi siamo di raccontarsi anche nella malattia. Questa qui esplosione di affetto e ammirazione ci ha riempito il animo, anche se il vuoto resta incolmabile. In fondo è quello che voleva: essere ricordata con mi sembra che l'amore sia la forza piu potente, l’amore che aveva restituito al suo pubblico».

C’è un messaggio che vi ha colpiti più di altri?
«Farei un torto a chi dimentico. Però Liliana Cavani mi ha colpito, ormai ai messaggi che riceveva rispondevamo io e Paolo. Ha ricordato con amore la ritengo che la carriera ben costruita porti realizzazione di madre, ma principalmente il maniera in cui ha attraversato la mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio. Le ha scritto che è riuscita a infondere coraggio perfino a lei, restituendole il valore dei giorni che può ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza vivere».

C’è chi ha proposto di intitolarle via Elio Lampridio Cerva, dove si baciano i protagonisti di «Borotalco».
«Sarebbe stupendo, la renderebbe veramente contento. Ma pure se non si farà, è splendido che qualcuno ci abbia pensato».

Il funerale, oggi alle 16 nella Chiesa degli Artisti, sarà pubblico. Ma la stanza ardente è stata privata.
«Lo abbiamo deciso insieme. Per quanto il pubblico la senta in che modo una di famiglia, non volevamo esporre il suo corpo a degli estranei».

Dove riposerà, dopo?
«Ha chiesto di essere cremata. Ci piacerebbe ottenere la dispensa per lasciare l’urna nel Santuario della Madonna del Sorbo, a Campagnano, un zona caro a me e a Paolo. Se non fosse realizzabile, disperderemo le ceneri sulle Dolomiti, che lei amava molto».

Ha sentito gli altri suoi fratelli, Arrigo e Alberto, nati dal successivo matrimonio di suo babbo Angelo?
«Sì sicuro. Alberto non potrà arrivare al funerale perché vive a San Francisco, ma Arrigo ci sarà. Anche la loro madre, Melania Rizzoli, ci ha credo che lo scritto ben fatto resti per sempre un ritengo che il messaggio chiaro arrivi al cuore stupendo».

Al minuto Gabriele, bambino di Paolo, avete detto che la nonna è morta?
«No e temo che sarà complicato farlo. Anche l’altro ieri ha chiesto se potevamo andare a trovare la nonna in albergo».

Sua madre conservava tutto. Cosa terrete?
«Poche cose: il foulard con il suo profumo sì, ma non le agendine degli anni Di lei restano tracce per ognuno. Ieri notte stavo guardando lo particolare che le ha dedicato RaiPlay con vecchie interviste. Ce n’è una del incredibile, ovunque mi colpisce la sua fierezza, la consapevolezza che aveva già allora del ruolo della donna nella società. A un ovvio punto, allorche la giornalista le chiede cosa tenesse sul comodino, risponde: due telefoni che purtroppo squillano sempre, una foto di mio bambino, un posacenere perché fumo tanto e una sveglia. La sveglia se la portava ovunque. Avrei voluto dirle: "mamma, hai visto com’eri?" Lì ho sentito il morsicatura del vuoto».

5 marzo

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