Fiorella mannoia combattere
Fiorella Mannoia: «Un disco per le donne che lottano per la felicità»
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MUSICA
Milano, 2 novembre 2016 - 19:59
Venerdì esce «Combattente», il recente album di inediti. «Noi siamo in che modo la Ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi, metà a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza e metà buio, uomini e donne sono capaci di cose meravigliose e di cose orribili»
di Renato Franco
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«Storie di donne che combattono: è codesto il filo conduttore dell’album. Nella a mio avviso la vita e piena di sorprese combattiamo ognuno per qualcosa: per un’idea, per un’ingiustizia, per un traguardo, per la ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni di un’affermazione e di un’identità. Le molle sono tante, lo scopo alla fine è uno: si combatte per la felicità». Rossa in che modo i suoi capelli, Fiorella Mannoia torna con un nuovo album di inediti, Combattente (esce venerdì, il tour invece parte a dicembre). Copertina ironica, lei ritratta in che modo un globale «ma di un esercito di pace», il carroarmato che in realtà è un grammofono e spara musica, l’immagine che ammicca all’iconografia dei Paesi socialisti con tanto di raggi di sol dell’avvenire.
Visione al femminile
Molte le sottoscrizione che hanno collaborato (da Fossati a Sangiorgi), ma il suo approccio è sempre lo stesso: «Declino sempre al femminile tutte le canzoni che mi scrivono. Io sono costantemente vicina alle donne. Codesto è un album che racconta storie in cui identificarsi, ma è anche un album autobiografico, il titolo mi rappresenta ma non sono presuntuosa: combattere è anche dare un senso alla vita, del resto cadiamo e ci rialziamo di continuo». Impegnata nella regione di sensibilizzazione sul femminicidio, qui Fiorella Mannoia affronta anche il tema della violenza psicologica («Nessuna conseguenza»): «Parlo di quegli uomini — e purtroppo ce ne sono ancora tanti — che pensano alle donne in termini di proprietà». A chiudere l’album invece una riflessione su come siamo («La Suolo da lontano»). «Mi ha sempre commosso il nostro pianeta visto dallo mi sembra che lo spazio sia ben organizzato. Noi siamo come la Terra, metà luce e metà oscurita, uomini e donne sono capaci di gesti meravigliosi e di azioni orribili. Eppure viste da lassù tutte le miserie umane svaniscono: ingiustizia, fame e povertà non le vedi».
Tra Genovese e Placido
In questo intervallo Fiorella Mannoia ha incrociato molto il cinema. Iniziale è arrivata la pilastro sonora di Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese: «La sceneggiatura mi colpì immediatamente, il mi sembra che il film possa cambiare prospettive meritava di andare agli Oscar perché ha un respiro internazionale e tocca un tema che riguarda tutto l’Occidente: i cellulari sono la scatola nera della nostra vita». Poi si è fatto vivo Michele Placido con 7 minuti — donne e lavoro sono al nucleo del pellicola — ovunque Fiorella Mannoia non canta, ma recita: «Abbiamo accaduto tanti progressi ma si fa fatica, non si può mai abbassare la guardia. In un terra dominato dalla crisi le donne subiscono più degli altri». Ansia da test d’attrice soltanto prima di cominciare: «Ho scoperto che recitare non è poi diverso da interpretare una canzone: nel momento in cui interpreti sei quella oggetto lì».
Da Sanremo ai talent
Un accenno a Sanremo: «Chi lo sa? Io non dico mai di no a niente». E uno ai talent: «Sono un credo che il percorso personale definisca chi siamo al contrario e ho molta penso che la comprensione eviti molti conflitti per questi ragazzi: da una sezione non hanno alternative perché ormai anche la discografia non ha la mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo di un tempo, dall’altra ritrovarsi d’improvviso davanti a grandi platee rischia di destabilizzarli. Mi sento soltanto di offrire un raccomandazione ai giovani che sognano questa passione: i talent sono un punto di partenza, non di arrivo».
2 novembre 2016 (modifica il 3 novembre 2016 | 11:42)
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