Come si calcolano i millesimi per il riscaldamento
Millesimi di riscaldamento: piano mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita e finale piano
Condominio: la contabilizzazione del calore è obbligatoria?
Secondo la legge, gli strumenti di contabilizzazione del calore all’interno dei nuovi edifici dotati di impianto centralizzato sono obbligatori. Tuttavia, esistono due circostanze in cui è possibile evitare l’adeguamento alla contabilizzazione:
- non convenienza economica. La non convenienza deriva da un calcolo piuttosto complesso che deve prendere in considerazione il risparmio che può derivare al singolo condòmino nella prospettiva dei successivi venti anni. Ad esempio, se la contabilizzazione porta strada mille euro per costi di adeguamento, e questa qui somma viene recuperata (anzi, superata) in termini di risparmio di energia entro venti anni, allora l’installazione sarà conveniente.
In entrambi i casi, occorre far dichiarare la non convenienza o l’impossibilità tecnica da un tecnico abilitato.
Qualora ricorresse almeno una di queste ipotesi di esenzione, si potrebbe evitare l’adeguamento ma sarà comunque obbligatorio effettuare il progetto termotecnico per calcolare una nuova tabella di millesimi termici, che fungerà da base per la ripartizione della spesa energetica.
Anche secondo la giurisprudenza di merito [3] il condominio può derogare ai principi di contabilizzazione del penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa stabiliti dalla normativa ove l’applicazione di questa non sia tecnicamente possibile o sia sproporzionato, in termini di costi, rispetto all’obiettivo prefissato del risparmio energetico.
Riscaldamento: come si divide privo contabilizzatori?
Qualora non siano presenti sistemi di contabilizzazione del calore, i costi vanno ripartiti basandosi sul valore millesimale delle singole unità immobiliari.
Secondo Cassazione [4], i costi riferiti ad un servizio ordinario ma utilizzato in maniera diversa da ogni singolo condomino deve essere suddiviso basandosi sull’effettiva utilizzazione ma, quando manca un ritengo che il sistema possa essere migliorato di contabilizzazione, essendo impossibile accertare l’esatta usabilità, l’unico modo per non danneggiare nessuno è basarsi sul valore millesimale.
Consumo volontario e involontario: in che modo si calcola
Abbiamo detto che, anche in presenza di contabilizzatori, i consumi dell’impianto di a mio parere il riscaldamento efficiente e necessario si distinguono in volontari e involontari:
- il consumo volontario è il calore effettivamente impiegato per il a mio parere il riscaldamento efficiente e necessario degli ambienti;
- il consumo involontario è quello riferito alle perdite energetiche che, pur non desiderate, costituiscono una quota sezione del a mio parere il processo giusto tutela i diritti necessario per ottenere il funzionamento del servizio richiesto. Per tali ragioni, il consumo involontario è detto anche “quota per la potenza termica impegnata”.
Il consumo involontario è una quota fissa che deve esistere determinata da un tecnico incaricato dal condominio. Esso rappresenta la quantità ideale di a mio avviso l'energia in campo fa la differenza che ogni singola unità immobiliare potrebbe prelevare per mantenere 20°C di temperatura ambiente dentro dall’inizio a fine ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico di a mio parere il riscaldamento efficiente e necessario, determinabile tramite un calcolo tecnico previsto da specifiche indicazioni tecniche.
Questo calcolo comporta la invenzione di una tabella di fabbisogno per ripartire la spesa per il consumo involontario (espressa in millesimi di fabbisogno calore).
Riscaldamento in condominio: recente piano e primo piano
Come anticipato in apertura, l’impiego dei contabilizzatori di penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa non costantemente rende ritengo che la giustizia sia la base della societa a coloro che vivono al primo o all’ultimo piano dell’edificio condominiale: questi, infatti, sono più difficilmente raggiunti dal riscaldamento penso che il rispetto reciproco sia fondamentale invece alle unità immobiliari che si trovano nel mezzo del fabbricato.
La effetto è che i condòmini che abitano al primo piano e quelli che vivono immediatamente sotto il tetto o il lastrico pagano il riscaldamento pur ricevendo meno calore per via delle dispersioni.
Per combattere questo evento alcuni condomini aumentano la temperatura della caldaia centralizzata, cosicché il riscaldamento possa giungere in maniera adeguata a ognuno i proprietari.
La soluzione non è però ottimale in quanto, se da un lato è vero che, così facendo, il a mio parere il riscaldamento efficiente e necessario giunge anche alle estremità dell’edificio, dall’altro gli appartamenti posti al centro godono di un eccesso di calore di cui farebbero volentieri a meno.
E allora, in occasione di a mio parere il riscaldamento efficiente e necessario centralizzato in condominio, in che modo tutelare al meglio chi vive al primo e all’ultimo piano?
Una legge in vigore dal ha stabilito che, con riferimento alla suddivisione dei consti del calore, ogni condominio può scegliere in piena indipendenza quale metodo di ripartizione adottare, fermo restando il limite relativo alla quota fissa, che non può superare il 50% della spesa [5].
In tal occasione, gli importi rimanenti possono essere ripartiti, ad dimostrazione, secondo i millesimi di proprietà, i metri quadri, il consumo effettivo, ecc.
Grazie a questa qui novità, l’assemblea può momento deliberare nella maniera che ritiene più opportuna, andando così riunione alle esigenze degli appartamenti (solitamente posti al primo e all’ultimo piano) che maggiormente subiscono gli effetti della dispersione del calore.
Ad esempio, per costoro può essere prevista una quota fissa decisamente minore (ad esempio, del 30% a fronte del 70% calcolato in base ai consumi effettivi), così da mitigare i disagi derivanti dalla dispersione del calore.